Quando l'Onu salvava la pace di Igor Man

Quando l'Onu salvava la pace TACCUINO DELLA MEMÒRIA Quando l'Onu salvava la pace Igor Man MILOSEVIC accetterebbe una forza d'interdizione nel Kosovo espressa dall'Onu. Non si può pretendere, nemmeno da un dittatore, l'accettazione supina d'un patto leonino. La Nato è oramai parte in causa sicché non può presumere di garantire una tregua. Non è un segreto che gli Stati Uniti non amino il segretario generale dell'Onu, il placido Kofi Annan: non l'osse altro perché questi rimprovera loro di non pagare le quote di quel condominio internazionale che sono le Nazioni Unite. Di più: Kofi rispetta il ruolo principe di Washington sulla scena mondiale, tuttavia ritiene abilitati a dargli ordini il Consiglio di Sicurezza, l'Assemblea dell'Onu, non il presidente americano. Oggi come oggi l'Onu è una scatola vuota. Tuttavia per riempirla di autorità basta un semplice esercizio di buona volontà. Sempreché il presidente Clinton non abbia deciso di far da solo, anche a costo di infognarsi in una guerra terrestre dagli esiti incerti. (1 tedeschi, nel 1941, prima con 31 divisioni, poi con 42, non riuscirono ad aver ragione deH'«armata brancaleone» di Tito). Gli americani, loro, gli amati nostri liberatori, trascurano i «precedenti», specie se storico-militari. Se avessero studiato la battaglia di Dien Ben Phu probabilmente non si sarebbero cacciati nella trappola vietnamita ovvero avrebbero operato meglio. Se avessero letto i Diari di Lord Curzon, probabilmente avrebbero affrontato la rivoluzione khomeinista con realismo, senza presunzione, risparmiandosi tutta una serie di (dolorosi) fiaschi. Ora è auspi¬ cabile che si rileggano i documenti della Crisi di Suez, del 1956. Col pretesto di far da cuscinetto tra Israele (che aveva invaso il Sinai) e l'Egitto, reo di aver nazionalizzato il Canale, inglesi e francesi decisi a far fuori Nasser occuparono Port Said e sarebbero arrivati al Cairo se Eisenhower non avesse «pregato» Ben Gurion di ritirarsi (cosa che quel grande uomo fece) e il segretario dell'Onu, il mitico Hanimrskjoeld, di approntare l'Unef, i «caschi blu». Giovanissimo cronista, ero all'aeroporto di Abu Sueir quando, il 15 di novembre del '56, vi atterrò l'aereo dell'Onu. Alto, biondo, sorridente Hanimrskjoeld prima di scendere la scaletta disse al colonnello egiziano Salah Ghofar: «Sono il segretario generale delle Nazioni Unite, questo è il mio passaporto, mi autorizza a sbarcare?». Altri tempi. I «caschi blu» salvarono la pace senza far perdere la faccia a Nasser e all'Urss. Un dettaglio: nel Sinai c'erano anche «caschi blu» jugoslavi. Di notte, le loro tristi divise color maoista li proteggevano dal freddo del deserto. Goffamente malinconici, ballavano il kolo, umile girotondo simile all'antico syrtos greco, al suono di una sorto di chitarra: la Tambura.

Persone citate: Ben Gurion, Clinton, Eisenhower, Kofi Annan, Lord Curzon, Nasser, Salah Ghofar

Luoghi citati: Alto, Cairo, Egitto, Israele, Kosovo, Port Said, Stati Uniti, Suez, Urss, Washington