Matematico e filosofo «discreto»
Matematico e filosofo «discreto» E'morto Rota Matematico e filosofo «discreto» Piergiorgio Odifreddi morto a Boston a 67 anni Giancarlo Rota, uno dei massimi matematici italiani del dopoguerra. Nato a Vigevano, era approdato negli Usa dopo varie peripezie, di cui non amava parlare: la fuga dal fascismo attraverso le Alpi, gli studi liceali in Equador e universitari a Yale e Princeton, fino alla prestigiosa cattedra in uno dei templi della scienza moderna: il Mit di Boston, dove insegnava tuttora. La sua specialità era la matematica discreta, che tratta di «mettere palline nelle urne», come egli stesso diceva. Ma anche di «mettere palle nei cannoni», come dimostra la decennale collaborazione di Rota con il laboratorio di Los Alamos: quello, per capirci, in cui si progettò e si costruì la bomba atomica. Affascinato dalla filosofia continentale fin da giovane, col tempo Rota divenne anche un esperto di fenomenologia. Da vent'anni era anche professore di filosofia al Mit, e presentava nei suoi corsi il pensiero di Husserl e Heidegger in stile analitico e non ieratico. La sua eredità filosofica è costituita da un mitico volume di lezioni, ancora inedito dopo vent'anni di lavoro per un eccesso di perfezionismo, che farà molto parlare di sé quando sarà pubblicato. Per ora il pubblico si deve accontentare di due libri di saggi, Pensieri discreti (tradotti da Garzanti) e Pensieri indiscreti, da cui traspaiono entrambe le personalità di Rota: l'enfant lerrible e il gentiluomo. Un esempio del suo stile è la recensione di un libro di filosofia, che potrebbe costituire l'epitaffio della nostra era: «Quando i pigmei gettano un'ombra così lunga, dobbiamo essere vicini al tramonto». Purtroppo, l'ora del tramonto giunge anche per i giganti. Giancarlo Rota Giancarlo Rota
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