«Ma è inutile aspettarsi miracoli»

«Ma è inutile aspettarsi miracoli» «Ma è inutile aspettarsi miracoli» Bilie: iprezzi non caleranno e l'occupazione non salirà ROMA Dottor Bilie, in concreto che cosa cambia da oggi per voi? «Non molto, per la verità - risponde il presidente della Confcommercio -. E comunque non cambia nulla che non stesse già cambiando. Se si aspettava che parlassi di rivoluzioni, rimarrà deluso: il commercio è un'attività imprenditoriale che ha i suoi tempi e i suoi modi di crescita che questa riforma non stravolgerà». Ma la liberalizzazione non determinerà un aumento della concorrenza? «No, non l'aumenterà. Nel senso che c'era già una concorrenza piena e libera e proprio nell'esercizio di questa concorrenza si è creata una professionalità nel commercio. Lei mi dirà che da domani chiunque può aprire bottega? Benissimo. Che lo faccia. Poi vediamo quanto regge. Questo - mi creda - è un mestiere che non s'inventa». Nelle sue parole c'è un sostanziale risentimento verso questa riforma. E' così? «Nel merito non abb iamo riserve: una liberalizzazione ci voleva. Ma il metodo, quello è stato pessimo. Alla via della riforma concordata, da accompagnare passo passo secondo le esigenze del settore e delle diverse realtà territoriali del paese, si è preferito la scelta dirigistica, la botta di 'centralismo democratico' che detta legge e dà anche tempi rigidi: tra un anno si parte. Punto e basta. Questo, francamente, mi sembra pazzesco». Lei si riferisce ai tempi dati alle Regioni: ma c'era un anno più altri due mesi ((cuscinetto». Non era poco. «Già, se le cose avessero funzionato, se cioè il "tavolo" tra ministero e associazioni di categoria avesse effettivamente lavorato (e invece non si è riunito quasi mai), se le regioni avessero avuto i supporti tecnici per darsi delle regole e, soprattutto, una stabilità politica. Invece tra in¬ ciuci e ribaltoni si è perso solo tempo. E adesso il ministro dà il diktat finale. Mah ...». Cambiamo argomento: cosa cambia per i consumatori? «Sui tempi brevi potrebbe esserci una euforia liberista che potrebbe portare alla moltiplicazione dei negozo vicinali, ma poi il mercato ne farà inevitabilmente fuori alami. Sui tempi più lunghi invece, il vero vantaggio sarà poter disporre di orari di apertura più lunghi e notturni. Quanto ai prezzi - prevengo subito una sua possibile domanda - non facciamoci illusioni: con il calo dei consumi che c'è stato in questi anni, i commercianti hanno già ridotto i loro ricarichi all'osso». E per il sistema paese cosa Gambiera? Ci saranno più esercizi, quindi più lavoro? «Anche qui sarei cauto, L'idea di dire 'mi invento un lavoro e apro un negozio' è interessante come 'simbolo', nel senso che il disoccupato vede una possibilità non nel posto ma in una attività propria. Nei fatti credo che - al più - potremo aspettarci una staffetta vecchi-giovani all'interno della stessa azienda. Insomma la liberalizzazione del commercio, di per sé non farà miracoli». (r. mas.] «Ad una riforma concordata si è preferito il dirigismo che detta legge e tempi stretti»

Persone citate: Dottor Bilie

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