Fuenti, i disoccupali fermano le ruspe

Fuenti, i disoccupali fermano le ruspe Il blitz nell'hotel di una cinquantina di senza lavoro: «La malia verde non passerà» Fuenti, i disoccupali fermano le ruspe Nuovo stop alia demolizione Fulvio Milane In^oj^VlinBTsÙL MARE (Salerno) Giorni fa avevano minacciato: «La mafia verde non passerà, bloccheremo chi abbattendo quei muri cancella posti di lavoro». E ieri hanno mantenuto la parola. E così nuovi personaggi sono entrati a far parte dell'interminabile saga del Fuenti, il mega-albergo abusivo che sfregia la costa amalfitana: si tratta dei disoccupati che ieri, con un blitz previsto da molti tranne che da polizia e carabinieri, sono riusciti a entrare nell'edificio bloccando i lavori di demolizione cominciati da appena ventiquattr'ore. E' difficile a questo punto dire quando le ruspe entreranno di nuovo in azione. Dopo lo stop forzato di ieri rimarranno sicuramente ferme per il week end. Gli operai della ditta «Despe», incaricata dell'abbattimento, potrebbero tornare al lavoro lunedì, disoccupati permettendo, ma c'è l'eventualità che debbano abbandonare ancora una volta il campo mercoledì, giorno in cui è prevista la decisione del Tar sulla richiesta dei proprietari dell'ecomostro di sospendere l'ordinanza comunale di demolizione. Insomma, la storia del Fuenti assume sempre più i contorni di un thriller d autore pieno di colpi di scena. Tutti i protagonisti di questa storia si dicono d'accordo sul finale, cioè sull'abbattimento dell'albergo più odiato dagli ambientalisti. C'è il pollice verso dei ministeri dei beni culturali e dell'ambiente e del sindaco di Vietri, Cesare Marciano, che ad aprile ha firmato l'ordinanza. Ha deciso di adeguarsi, almeno per ora, anche la famiglia Mazzitelli, proprietaria dell'«Amalfitana hotel», che due giorni fa ha dato il via libera agli escavatori. Il Fuenti, però, non va giù. Ieri sono entrati in scena una cinquantina di senza-lavoro che aderiscono a due piccole associazioni napoletane: «Sindacato Azzurro» e «Unione disoccupati meridionali», le stesse che nell'estate scorsa hanno improvvisato un corteo con striscioni nella piazzetta di Capri gremita di turisti. Alle sei del mattino hanno scavalcato i cancelli chiusi e sono entrati nelle stanze dell'albergo che, nei sogni irrealizzati dei proprietari, avrebbe dovuto segnare la nascita di una piccola Montecarlo incastonata nel paradiso della costiera amalfitana. Fra cartelli colorati e slogan gridati a muso duro, il leader del «Sindacato Azzurro» Vincenzo Guidotti ha spiegato il pensiero del movimento: «Gli ambientalisti, quelli della mafia verde, sono al soldo di chi rema contro ogni possibile sviluppo economico al sud». Un'altra disoccupata. Assunta Riccio, ha spiegato che l'apertura del Fuenti significherebbe trecento nuove assunzioni: «Voghamo incontrare il sindaco: deve dirci che cosa ha intenzione di fare per salvare i posti di lavoro che andrebbero distrutti se davvero buttassero giù l'albergo». La risposta dal Municipio non si è fatta attendere. Alle luidici una delegazione dei disoccupati è entrata nell'ufficio del sindaco di Vietri sul Mare, Cesare Marciano. La riunione è durata poco più di un'ora. «Ho spiegato che la legge va rispettata e che l'ordinanza contro il Fuenti è un atto dovuto a cui i proprietari dell'albergo devono adeguarsi - ha detto Marciano -. I disoccupati temono che con la demolizione si perdano occasioni di lavoro, ma le cose non stanno così. L'area del Fuenti sarà al centro di una sèrie di progetti eco-compatibili. Inoltre non dimentichiamo che la costa amalfitana è stata dichiarata quasi interamente patrimonio dell'umanità daH'Unesco, e che questo riconoscimento significherà anche co¬ spicui finanziamenti per la riqualificazione e la tutela ambientale». Ma, a sentire i disoccupati, il sindaco Marciano ha detto dell'altro durante la riunione: «Ci ha assicurato che se i proprietari del Fuenti presenteranno un progetto eco-compatibile convincente, la demolizione potrà essere evitata almeno in parte». Le promesse, però, non devono aver convinto del tutto i senza-lavòro che, dopo il summit in Municipio, sono tornati nell'albergo. «Sicuramente rimarremo qui fino a notte, poi si vedrà - hanno detto -. Oggi le ruspe non butteranno giù neanche un millimetro di cemento». Già, le ruspe. Chi ha detto che gli escavatori sono l'unico mezzo per abbattere il mega-albergo? Secondo Danilo Coppe, 35 anni, titolare di una ditta parmense leader nella demolizione con gli esplosivi, il Fuenti potrebbe essere abbattuto con una buona dose di dinamite in soli quattro secondi e con una spesa non superiore ai sessantacinque milioni, «senza alcun rischio per la stabilità idrogeologica della zona». «Gli ambientalisti sono pagati da chi rema contro lo sviluppo al Sud» E per il «mostro» si allungano i tempi Un gruppo di disoccupati ieri ha bloccato i lavori di demolizione del «Fuenti»

Persone citate: Assunta Riccio, Danilo Coppe, Fulvio Milane, Marciano, Mare, Mazzitelli, Vincenzo Guidotti

Luoghi citati: Montecarlo, Salerno, Vietri Sul Mare