IL GIOGO DEI PADRI BUONI di Mario Deaglio
IL GIOGO DEI PADRI BUONI TELECOME BANCHE IL GIOGO DEI PADRI BUONI Mario Deaglio IL futuro della Telecom non sarà forse deciso dai suoi quasi due milioni di proprietari, chiamati ad accettare o respingere una proposta pubblica di acquisto delle loro azioni, a scegliere, di fatto, tra due diversi piani industriali. C'è infatti la possibilità che lo decidano per loro, con una trattativa intemazionale, il governo italiano e il governo tedesco, in quella che assomiglia, di fatto, a una nuova nazionalizzazione, o, se si preferisce, a una nuova «irizzazione», questa volta a livello europeo. Dopo una breve, promettente stagione di apertura, il mercato azionario appare nuovamente sul punto di rinchiudersi. Azionisti e imprese italiane rischiano di venire nuovamente posti sotto tutela, privati del potere di fare, disfare e riorganizzare, con i propri soldi e a proprio rischio, le attività di cui sono proprietari: l'Impero, insomma, colpisce ancora, per ricordare il titolo del famoso film con Harrison Ford. Si ha sempre più l'impressione che ci si stia muovendo nel senso di una sorta di restaurazione di un modello europeo di mercato in cui le pubbliche istituzioni conservano un potere di ingerenza estremamente alto. Dietro alla trattativa internazionale sulla Telecom, si ravvisa il tentativo di espandere a tutta l'Europa il modello tedesco, basato sul controllo discreto delle grandi imprese da parte delle banche e sulla presenza dei sindacati nei consigli di amministrazione. Un altro esempio del potere di ingerenza proviene dalle recenti dichiarazioni del governatore della Banca d'Italia. Fazio, che pure è uno dei più lucidi sostenitori della necessità di togliere le «ingessature» all'economia italiana per rilanciare lo sviluppo, ha duramente rivendicato alla Banca d'Italia la supervisione generale e l'ultima parola su tutti i progetti di fusione bancaria. Per quanto illuminata, tale supervisione costituisce precisamente una delle «ingessature» che si vorrebbero eliminare; il che mostra come la libertà dei mercati, quasi universalmente e quasi ritualmente invocata, è poi molto dura da realizzare davvero. Il giogo delle pubbliche istituzioni può anche essere dolce e intelligente. Con il loro controllo e con il loro potere di indirizzo Tesoro e Banca d'Italia possono rivelarsi «padri buoni» che rimediano a perturbazioni e scomodità che il mercato indubbiamente porta con sé. Il problema è di capire se, alle soglie del Duemila, con uno Stato che non ha quasi più una lira da spendere e con una Banca d'Italia che non può più stampare neppure una lira, l'ingerenza di questi «padri buoni» possa produrre sviluppo e consentire all'Italia di rimanere a galla nel mare turbolento dell'economia mondiale. E ben pochi si sentirebbero di dare una risposta incondizionatamente positiva.
Persone citate: Harrison Ford
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