emona —•« Renato Scagliola

emona —•« Renato Scagliola emona —•« Renato Scagliola CITTURIN In ricordo dei giardini di Fra Martin un'isola felice per mamme e bambini SCRIVE la torinese Ada Poglio: «Cari giardini di Fra Martin, qualcuno si chiederà dove siano (o meglio fossero): eravate i giardini sorti sull'area dell'ex mattatoio (tra corso Inghilterra, via Cavalli, corso Vittorio e via Principi d'Acaja), inizialmente destinata ad altro uso, ma che la tenacia e la combattività dell'indimenticabile ing. Sereno Regis e di altri volenterosi, hanno fatto si che fosse trasformata in verde pubblico. Il nome lo diedi io, inventando, per i miei figli, la tavoletta di un fraticello con quel nome che, verso sera, si aggirava per i giardini alla ricerca di bimbi che si erano perduti e che poi lui caricava sul suo asinelio, riportandoli alle famiglio. Ricorderò sempre la prima volta in cui vi portai a passeggio mio figlio di pochi mesi: era l'autunno del 1975: anche voi eravate «nati» da poco e mi sembraste bellissimi: una vera isola felice. La prima persona che incontrai fu una simpaticissima signora con il nipotino coetaneo del mio bimbo, e tra noi si stabili subito una corrente di simpatia che si tramutò poi in un'amicizia che dura tuttora e che coinvolse anche le famiglie. I nuovi giardini attirarono tante mamme e nonne con i loro bambini ed era bello vedere i più piccolini in carrozzina, i più grandicelli che giocavano, le mamme in crocchio a chiacchierare, i nonni sulle panchine che bonariamente rimproveravano le loro figlie che, troppo chiacchierone, rischiavano di perdere di vista i pargoli. Eravate veramente la mia «isola» dove mi pareva che ogni problema, ogni difficoltà, come por incanto, venisse lasciata fuori in mezzo al traffico: c'erano solo i nostri bimbi, i vostri alberi e il vostro verde che ci ammantava tutti di serenità. Quante amiche mie e della mia mamma, per non privare i miei figli del piacere dei giochi all'aria aperta, ho invitato, invece che a casa, sulle vostre panchine, come se foste il mio salotto. C'erano attrattive per tutti i gusti e le età: la pista per il pattinaggio, viali da percorrere in bicicletta o dove gli anziani potevano passeggiare, spiazzi su cui giocare a palla, scivoli ed altalene per i più piccini ed una specie di quadro svedese che i bambini chiamavano il «missile». Poi, ogni anno, quasi in concomitanza con l'apertura della scuola, sull'area dove ora sorge il nuovo palazzo di • giustizia, arrivava il luna park ed allora, mentre noi «grandi» parlavamo di scuole, di maestre, o dell'opportunità o meno che i bambini guardassero i cartoni giapponesi che cominciavano ad invadere gli schermi televisivi, i nostri figli ci lasciavano in custodia pattini, palloni e biciclette e facevano i loro giri sulle giostre, qualche tiro alle ochette di plastica, qualche gara, i più grandicel- li, al tiro a segno o una sosta ai primi videogames. Talvolta mio figlio Alessandro e il suo inseparabile amico Andrea combinavano, con altri amici, di andare a fare una merenda al Mellow (non c'era ancora McDonald's) oppure una gita in bici alla Mandria, all'insaputa dei rispettivi fratelli minori Riccardo e Alberto i quali però scoprivano subito tutto e allora, a fùria di capricci, imponevano la loro presenza e così noi mamme, con la scusa di accompagnare i piccoli, facevamo parte della comitiva e ci divertivamo come e più dei nostri figli. Non mancavano i litigi per una paletta rotta, un pallone bucato, per le figurine Panini oggetto di piccoli commerci, o perché qualcuno non voleva rispettare il turno nel provare un nuovo «scacciapensieri» ed allora volavano le parolacce e si alzavano anche le mani. In questi frangenti le mamme cercavano di essere giudici imparziali, mentre i nonni erano sempre un po' riottosi ad ammettere che i loro angioletti potessero qualche volta avere torto. Quando giungeva l'estate e con essa le vacanze, le presenze diminuivano: c'era l'«Estate ragazzi», il mare o la montagna, ma appena la temperatura rinfrescava era bello tornare e ritrovarci tutti tra i vostri vialetti a raccontarci le vacanze, a fare progetti per il nuovo anno scolastico; perché anche le mamme e i nonni si sentivano un po' scolari. Purtroppo, all'inizio del 1990, poveri giardini di Fra Martin, foste smantellati perché, sotto si costruì un grande parcheggio sotterraneo: a nulla valsero petizioni, raccolte di firme tra gli abitanti del quartiere. Il parcheggio venne costruito e, sopra di esso, anche dei nuovi giardini dove i bambini giocano di nuovo. Ma non sono certamente più «i miei giardini», 1' «isola felice» dove, a parte la mia infanzia serena, ho trascorso gli anni più belli della mia vita. Nella foto {piccoli Alessandro e Riccardo intenti ai loro giochi tra le aiuole deigìardirà scomparsi itti anni

Persone citate: Ada Poglio, Mellow, Renato Scagliola, Sereno Regis