FRONTIERA E ESILIO I SOGNI DI TOMIZZA di Lalla RomanoGiovanni Tesio
FRONTIERA E ESILIO I SOGNI DI TOMIZZA FRONTIERA E ESILIO I SOGNI DI TOMIZZA NEL CHIARO DELLA NOTTE Fulvio Tomizza Mondadori pp. 190 L. 20.000 N principio c'era Kafka. Poi, se ci limitiamo a restare nel recinto delle patrie lettere, sono venuti altri cultori, da Lalla Romano a Luigi Malerba. Ora c'è Tomizza con il suo ultimo libro, Nel chiaro della notte, appena pubblicato da Mondadori. Come dire che il mondo dei una vera e propria specie insediata sfaccettato del genere narrativo. Un piccolo Cento e una notte come suggerisce uno dei cinquantanove racconti qui raccolti, Il raccoglitore di sogni. Sogni da non interpretare se non, appunto, come racconti. Misteri da non dipanare se non come metamorfosi di piani e di f i itisogni segna le tappe di nell'universo multiplo e Misteri da non dipanare se ndi forme, come passi misterio- si di parabole surreali, e persino di parole strane che su nulla si aprono se non sulle frontiere di un'origine sfuggente e indicibile, tenacemente e lucidamente ancorata a una realtà addirittura verosimile. E già siamo qui ad un livello di lettura che avvicina il mondo dei sogni al mondo di Tomizza più di quanto non possa accadere a chiunque. La parola «frontiera» sta infatti piantata nella biografia dello scrittore di Materada come un marchio indelebile, le immagini del profugo e dell'esiliato da un'Istria familiare le sono proprie e inesorabilmente connaturate. L'instabilità che viene dallo sradicamento 9 dallo strappo corre nei suoi libri come una lacerazione non risarcibile, ma anche come una linfa strug-Sente e vitale, un altrove mai imenticato a cui si alimenta una scrittura radicata nel destino di una vita. Non a caso in quest'ultimo libro di sogni le prime due parti delle tre in cui la materia è distribuita s'intitolano Frontiere e Vita d'esilio. Difficile separare la loro veridicità individuale (e LI loro misterioso impasto realistico-fantastico, tanto stravagante quanto normale) dalla loro natura emble- matica. Storie che non sono soltanto i capitoli sfuggenti di un'autobiografia singolare, ma le tante stazioni di un vagabondaggio-pellegrinaggio (il primo sogno e l'ultimo) in cui si raccoglie il senso di un esistere frantumato. Da microcosmi marginali spuntano vite allo sbaraglio. ospiti clandestini, isole divise, bislacche toumées teatrali, distanze remote, ritorni ultimi, sepolture e resurrezioni, cronache truculente, partenze impossibili, equivoci ripetuti, thriller vissuti fino all'ultimo respiro, metamorfosi strabilianti, viaggi impossibili (come raggiungere Milano da Trieste via mare), luoghi allucinati (Trieste collocata al settimo piano di un grattacielo), orologi di esattezza incongrua, doppi che ritornano nel passare un ponte come II sosia di Dostoevskij, donne e amanti che s'intrecciano, lingue inventate, motti di spirito, epigrafi sapienziali e anche un verso dialettale, uno solo, splendido di grazia e di mistero, in cui brilla la vera luce della poesia: «Ghe dago una man de lin al vento» (Ci do una mano d'olio al vento). Ma è per ragioni sicuramente più contingenti (e tuttavia non così contingenti da non collocarsi nel tempo e nella storia di un travaglio secolare) che finisce a spiccare fra le tante l'immagine dolorosamente profetica di alcuni muratori «originari di una regione musulmana del meridione della Jugoslavia» intrappolati dalla guerra balcanica in un Paese lontano. E dunque un libro da cui, in giorni di guerra spietatamente rinnovata, proviene un obliquo invito alla vita. Proprio come nel racconto Fluori riga, in cui campeggia la bianca figura di papa Wojtyla: «Non c'è maggiore colpa del rifiuto di vivere, che offende indistintamente tutti e tutto». Giovanni Tesio Non solo i capitoli diun'cuitobiografia singolare, ma le stazioni é un vagabondaggio in cui si raccoglie il senso dì un esistere fiiWturnato Fulvio Tomizza NEL CHIARO DELLA NOTTE Fulvio Tomizza Mondadori pp. 190 L. 20.000
Persone citate: Dostoevskij, Fulvio Tomizza, Kafka, Luigi Malerba, Tomizza, Wojtyla
Luoghi citati: Istria, Jugoslavia, Milano, Mondadori, Trieste
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