CUSTODI DEI DIRUTI NELL'OCCHIO DEI MASS MEDIA
CUSTODI DEI DIRUTI NELL'OCCHIO DEI MASS MEDIA CUSTODI DEI DIRUTI NELL'OCCHIO DEI MASS MEDIA V~l EDO che mai come negli ultimi anni siano stati pubblicati tanti testi sulla giustizia. Si sono cimentati 1 sull'argomento sociologi, psicologi, docenti, filosofi, magistrati, avvocati, opinionisti, giornalisti e quant'altro. L'interesse per la materia è confortante, anche se talora le prospettive, o la realizzazione, lasciano dubbi. Qualche volta l'amministrazione della giustizia è stata divinizzata, più frequentemente demonizzata, in altri casi si è cercato di capire. Questa è l'ottica nella quale si pone Antoine Garapon, magistrato, con il suo I custodi dei diritti, tradotto in italiano l'anno successivo alla sua uscita in Francia (Feltrinelli 1997). Per capire è necessario inserire la questione giustizia, e cioè gli spazi che questa occupa, il modo in cui viene amministrata, gli oggetti di tale amministrazione, in un contesto più ampio, e a tutto ciò Garapon dedica particolare attenzione. L'analisi considera le situazioni consolidate, ma si dedica soprattutto alla loro evoluzione, e cioè a come si stia modificando la collocazione dell' apparato giudiziario nella società e nspetto agli altri poteri. Nel testo, per fare qualche esempio, si riferisce della «occupazione» dello Stato da parte del diritto (e cioè della progressiva diffusione della regolamentazione legale dei rapporti personali e sociali); del rapporto tra media e giustizia, dell ingresso delle telecamere nelle aule di udienza e delle conseguenze che ciò può avere sulla decisione dei magistrati; del percorso seguito dalla devianza come effetto del modificarsi dei punti di riferimento familiari e sociali, e della conseguente destrut- turazione della violenza, non più esercitata, nelle situazioni correnti, in ambiti organizzati. Si insiste sulla caduta delle immunità, che ha modificato il quadro complessivo di applicazione e di significato della legge, introducendo la possibilità pratica che l'appartenenza a determinati settori della società non legittimi di fatto la violazione di regole valide per tutti gli altri. Le conclusioni che su ogni tema trae Garapon si presentano tante volte come constatazioni piuttosto che interpretazioni o scoperte. Lo stretto rapporto tra le descrizioni delle situazioni nelle quali si inserisce l'argomento da una parte e i loro effetti sul mondo della giustizia fa infatti apparire sovente questi ultimi come ineluttabili a non discutibili, e perciò constatabili allo stesso modo da parte di tutti. In effetti non sempre è così, spazi a opinioni diverse se ne trovano, qualche volta alimentate anche dalle riflessioni cui si è naturabnente portali dal modo di argomentate dell'autore. Lo stesso può dirsi per le disquisizioni, a cavallo tra la sociologia, la filosofia e il diritto, in cui Garapon si addentra sovente, prendendole come punti di partenza per approfondire i temi che più da vicino riguardano la giustizia. Il complesso degli argomenti, delle considerazioni e delle valutazioni conduce a focalizzare due punti centrali. lì primo è cruciale per il lettore italiano, che potrà rendersi conto come questioni generalmente considerate «provinciali» e tipiche del nostro paese (la cosiddetta politicizzazione della magistratura, per esempio), si pongano invece allo stesso modo anche all'estero. Il secondo ha valenza universale, e riguarda la collocazione della giurisdizione, la funzione e il compito della magistratura. La soluzione di Garapon dà origine al titolo del volume: l'essenza del giudice sta nell'essere il custode dei diritti fondamentali del l'individuo. Gherardo Colombo Gherardo Colombo discute un saggio del magistrato francese Antoine Garapon
Persone citate: Antoine Garapon, Garapon, Gherardo Colombo
Luoghi citati: Francia
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