Psycho, nell'incubo arriva il sesso di Lietta Tornabuoni

Psycho, nell'incubo arriva il sesso PRIME CINEMA Van Sant rifà «a colori» il classico di Hitchcock: con meno terrore e più scene di nudo Psycho, nell'incubo arriva il sesso E nella doccia spunta la Heche Lietta Tornabuoni PSYCHO», che Gus van Sant ha coprodotto oltre che diretto, non è brutto; e non è un clone, una riproduzione del film diretto da Hitchcock quasi quarant'anni fa, di uno degli horror più famosi, più amati e parodiati, più spesso trasmessi dalle televisioni. L'autore proclama identico «Psycho» '99, invece le differenze sono parecchie: il colore, dai toni del bianconero originale alla gamma dei verdi; le scene aggiunte di sesso e di nudo; le sfumature sarcastiche capaci di smentire la paura; gli adattamenti della sceneggiatura originale che Joseph Stefano ricavò dal libro di Robert Bloch su un autentico fatto di cronaca; le manipolazioni del celebre commonto musicale di Bernard Hermann, dei celebri titoli di testa di Saul Bass. L'accoltellatore protagonista Norman Bates contribuisce moltissimo a portare la storia nel presente: Vince Vaughn, sostituto di Tony Perkins, è bello, alto, bruno, ben fatto, attraonte, con una faccia seducente fragile c folle insieme molto adatta pure alla parrucca da mamma. L'accoltellata Anne Heche è insipida e carina quanto a suo tempo Janet Leigh, e va benissimo: più la vittima e insulsa, più è forte la suspense e l'ingiustizia della sua morte. Per i personaggi minori, il regista ha scelto due interpreti bravissimi, Julianne Moore e William H. Macy, il protagonista di «Fargo» dei Coen. Naturalmente, soltanto Hitchcock sapeva fare un (ilin di Hitchcock, le coltellate sotto la doccia oggi non terrorizzano più molto, ci sono diventati famigliari la schizofrenia, la scssuofobia, il complesso di Edipo, e in più il ritmo 6 un poco lento: ma il film che racconta la sventura d'una segretaria ladra spiata e uccisa in un motel dai giovane proprietario dalla doppia personalità (se stesso e la propria madre morta da tempo) non è affatto male. 11 rifacimento è il trend adesso dominante nel cinema hollywoodiano, la manipolazione di Hi¬ tchcock e di «Psycho» non è certo una novità. E' dell'anno scorso il remake di «Delitto perfetto», s'annuncia per quest'anno quello de «La finestra sul cortile» con Christopher Reeves, ancora del tutto paralizzato dopo la caduta da cavallo. «Psycho II» di Richard Franklin con Tony Perkins riprendeva nel 1983 il personaggio di Norman Bates, ritrovandolo all'uscita del manicomio dov'era rimasto chiuso per ventidue anni. «Psycho m», diretto nel 1986 dallo stesso Tony Perkins e da lui interpretato, immaginava Norman Bates innamorato di una ex suora e di nuovo assassino. «Psycho IV» di Mick Garris, sempre con Tony Perkins, nel 1990 risaliva alle turbe infantili genesi della follia di Norman Bates; e le imitazioni meno dirette dei film di Hitchcock sono innumerevoli. Ma perché un autore può mettersi a rifare un film d'autore, ripetendolo il più possibile uguale? Per banalità, s'è detto. Per soldi, come capita con i falsi orologi Rolex o le finte borse Vuitton in vendita in mezzo alla strada: sfruttamento commerciale d'una qualità e d'un nome famosi per vendere copie senza valore a compratori squattrinati e facili da contentare. Per ammirazione: in pittura, a esempio, i non rari dipinti «alla maniera di» non sono dei falsi né delle copie, ma espressioni dell'omaggio, dell'ossessione, del rispetto di un pittore verso un maestro. Si può rifare un film d'autore per tutte queste ragioni insieme, anche: ed e magari il caso di Gus van Sant. PSYCHO di Gus van Sant con Vince Vaughn, Anne Heche, Julianne Moore, William H. Macy Horror; Usa, 1998 Al cinema Ambrosio, Ideal di Torino; Odeon di Milano Alhambra, Giulio Cesare Jolly, Lux, Maestoso, Odeon Warner Vlllage di Roma Qui accanto Anne Heche, nel ruolo che fu di janet Leigh; sotto Vince Vaughn, sostituto di Tony Perkins

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino, Usa