Borsa, non si fida di «Telekom Italia»
Borsa, non si fida di «Telekom Italia» Borsa, non si fida di «Telekom Italia» / titoli di Bernabò frenano Piazza Affari, accelera Ivrea ROMA Seduta dominata dalla cautela in Piazza Affari dove non si sono avuti riflessi per il rally l'altro giorno di Wall Street, determinato da Ibm e dai tecnologici, settore poco rappresentato a Milano, ma si è subito perso terreno non appena il listino Usa ha mostrato segni di frenata dopo un forte avvio. 11 Mibtel cede così lo -0,32% (a quota 24.768), appesantito anche dal finale debole di Telecom (-0,73% a 9,84 euro). Proprio i titoli telefonici erano sotto i riflettori. Ma se Olivetti ha dato una decisa accelerazione, gli operatori non sembrano essere stati convinti dall'ipotesi di matrimonio tra Telecom Italia e Deutsche Telekom preferendo trincerarsi nell'attesa. Eppure le buone premesse sembravano esserci tutte. I titoli Telecom, sia ordinari (+1,39% a 10,05 euro) sia di risparmio (+1,79% a. 5,13 euro) erano partiti in rialzo, nonostante la flessione di oltre il 2,5% accusata dalle Deutsche Telekom sulla piazza di Francoforte, che in apertura quotavano poco più di 35 euro. I prezzi delle due società stentavano però ad allinearsi ai termini di scambio annunciati, segno che il mercato si muove con prudenza sul progetto di integrazione. Recupero invece dell'1,31% per le Tim. Bene le Olivetti (+1,2% a 3,03 euro), anche grazie ai positivi risultati annunciati mercoledì. La prime considerazioni degli analisti erano che gli investitori istituzionali hanno da tempo completato le proprie posizioni su Telecom, e anzi quando il prezzo si muove verso quello dell'Opa dell'Olivetti sono pronti ad alleggerire le posizioni. Una spinta, sostenevano, per un ulteriore progresso del titolo potrebbe venire dagli arbitraggisti, se disposti ad assumersi il rischio di vendere DeutscheTelekom e acquistare Telecom Italia, contando sull'effettiva riuscita dell'integrazione. Al momento, sosteneva il responsabile di una Sun, gli investitori si trovano di fronte a due proposte sostanzialmente analoghe da un punto di vista monetario: per ogni azione Telecom 11,5 euro sia dall'Opa Olivetti sia, sostanzialmente, dallo scambio in azioni del nuovo colosso telefonico. Le cose cambiano nel finale, dopo aver toccato un massimo di 10,09 euro. Riflettendo l'atteggiamento cauto del mercato sui dettagli della fusione con Deutsche Telekom spiegati a Londra da Bemabè e Sommer, il titolo è stato schiacciato da vendite più cospicue, cedendo al riferimento 1*1,11% (a 9,8020 euro). A poco vale il fatto che Telecom sia tuttora disallineata rispetto a Dt (1,25%, a 35,50 euro, la chiusura di Francoforte) nei valori di concambio fissati con le azioni della Newco che rileverà le due società. Deboli anche le Telecom me (-1,75%), che secondo alcuni investitori intemazionali sono state penalizzate in sede di concambio. In ripresa Tim (+1,13% a 5,71 euro, dopo un massimo a 5,84), anche se Bemabè ha ìibadito che «nessuna decisione» è ancora stata presa sul «problema delle quote di minoranza», Sale ancora Olivetti (+2,87% a 3,08 euro, dopo aver toccato un culmine di 3,09), che per alcuni vede aumentare le possibilità di successo dell'Opa, diventando il socio italiano forte in Teleconi-Dt. Sempre nel settore telecomunicazioni, ieri a Tokyo hanno avuto un'impennata del 10,5% le Japan Telecom, in seguito a voci che danno per imminente un ingresso nella compagine azionaria di British Telecom e Att. [fr. bu.] E le Deutsche deboli sulla piazza di Francoforte calano del 2,15 per cento
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