Tedeschi più pesanti nella nuova Telecom di Roberto Ippolito

Tedeschi più pesanti nella nuova Telecom Agli azionisti italiani il 44 per cento nella New Co. Parità in consiglio per cinque anni Tedeschi più pesanti nella nuova Telecom Fatta l'intesa-. «Vogliamo ilpieno assenso di Roma e Bonn» Roberto Ippolito Inviato a londra Un po' di ironia. «Eccoli qua i dinosauri» sorrìde beffardo Franco Bernabò, amministratore delegato della Telecom Italia, presentando se stesso e Ron Sommer, presidente della Deutsche Telekom. Nei giorni scorsi i due manager erano stati soprannominati dinosauri e con la loro lentezza sono riusciti a convocare al Lincoln Centra di Londra la conferenza stampa per presentare il programma delle auspicate nozze: ma dopo due rinvii e quarantott'ore di ritardo l'incontro con i giornalisti si svolge ed è la prova che la fusione fra le due aziende sta davvero camminando. Il progetto c'è, sconvolge le telecomunicazioni planetarie e anche i sonni dei governi dei due Paesi direttamente interessati. Adesso è qualcosa di più di una buona idea: Telecom e Telekom vogliono sposarsi, nonostante l'incombere sulla prima dell'offerta pubblica di acquisto dell'Olivetti: Bernabò e Sommer non hanno scelto ancora il nome della casa comune (sui pannelli del Lincoln Centro c'è solo una traccia: Team Telecom Europe), ma per il resto sanno perfino nei dettagli come sarà la vita insieme. Rispettivi genitori permettendo. Ovvero deve ancora essere acquisito il pieno e incondizionato consenso dei governi italiano e tedesco, di Massimo D'Alema e di Gerhard Schroeder. I due protagonisti di questa operazione non fanno mistero che ottenere l'okay politico è tutt'altro che facile. Ma rilanciano: ce la mettono tutta per convincere Bonn e Roma che l'operazione offre enormi vantaggi per il servizio, lo sviluppo, la ricerca, l'occupazione e il rendimento degli azionisti. Bernabò e Sommer però precisano anche che spiegheranno le loro intenzioni, illustreranno i benefici attesi, ma mai e poi forzeranno la mano: i governi daranno il via libera solo dopo essere sicuri della validità del progetto. Il problema più delicato resta per l'Italia la garanzia del procosso di privatizzazione della Deutsche Telekom, ancora per il 72% nelle mani dello Stato, mentre solo il 3,4% della Telecom italiana è pubblico. Condizione essenziale è la pariteticita, cioè un equilibrato rapporto fra le due parti anche dopo la fusione. Fusione che significa creare, lasciandosi alle spalle due colossi ex monopolisti (da qui l'appellativo di dinosauri), una società unica secondo al mondo per dimensioni con linee fìsse per cento milioni di clienti, 33 milioni di abbonati ai telefonini, un quinto del mercato Internet dei Paesi euro, un valore di borsa complessivo di 162 miliardi di euro pari a oltre 313 mila miliardi di lire. Le due reti e le due organizzazioni aziendali diventeranno una cosa sola: la fusione sarà completa. Con il patto fra Bernabò e Sommer la stagione della politica delle alleanze fra i gruppi di telecomunicazióni è superata: adesso anche in Europa si guarda all'integrazione di aziende diverse. I due manager insistono nel dire che intendono dar vita a un competitore pan-europeo, un operatore che non ha più confini nazionali. La fusione viene realizzata con la costituzione di una nuova società (New Company o, in gergo, New Co) che assorbe le due esistenti. I rispettivi azionisti diventeranno soci del nuovo gigante grazie a un'offerta pubblica di scambio: un'azione della società creata assegnata per una della Deutsche Telekom, ogni tre di Telecom e ogni 5,61 di Telecom risparmio. C'è un beneficio per gli azionisti: la valutazione è di 12,03 euro per i titoli ordinari Telecom, 6,43 per quelli di risparmio. L'ops sarà valida con l'adesione del 90% dei soci. Con la fusione gli azionisti di Telecom Italia peseranno per il 44%, quelli dell'azienda tedesca per il 56%. La parità è assicurata per cinque anni nel consiglio di sorveglianza della nuova società: cinque componenti di estrazione Telecom, cinque Telekom, dieci in rappresentanza dei dipendenti. Amministratori delegati alla pari saranno Bernabò e Sommer. Il presidente sarà avvicendato ogni anno. Dopo l'approvazione del progetto da parte del consiglio di amministrazione Telecom e del consiglio di sorveglianza Deutsche Telekom, si devono pronunciare le assemblee delle due società. Le date di convocazione non sono ancora annunciate e sono condizionate dall'atteggiamento dei governi dei due Paesi. Ma Bernabò deve anche contemporaneamente guardare atropa dell'Olivetti prevista in precedenza. E lo scontro per la conquista della Telecom non è certo finito. I titoli ordinari di via Flaminia valutati 12 euro. Le risparmio sono state indicate a quota 6,43 La parola ora è alle assemblee M

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