Il primo Rin Tin Tin ha cento anni

Il primo Rin Tin Tin ha cento anni La razza deve la vita agli incroci di un ufficiale prussiano diventato allevatore Il primo Rin Tin Tin ha cento anni Si celebra il pastore tedesco Emanuele Nouazio corrìspondante da BONN Riti Tin Tin e il commissario Rex devono la vita a un ufficiale prussiano a riposo, patriota devoto e furibondo con la moda per i «cani d'importazione»: «Anche l'allevamento di cani ha a che fare con la madrepatria e deve servire alla madrepatria», teorizzò Max-Emi! Friedrich von Stephanitz nel 1890, quando iniziò ad occuparsi di animali. Nove anni dopo - nell'aprile di cent'anni fa nasceva Horand von Grafrath, frutto di una lunga e fortunata serie di incroci e progenitore dei due milioni di pastori tedeschi che, da allora, si sono diffusi in Germania e nel mondo. «Il nostro cane è un vero tedesco», garantiva von Stephanitz presentando il cucciolo all'esposizione di Karlsruhe il 22 aprile 1899, considerata da allora la data di nascita ufficiale della razza. In un articolo di qualche anno dopo, l'ex ufficiale confermava il tratto saliente del nuovo nato: «Un pastore tedesco deve essere disinvolto, non aggressivo ma neppure pauroso. Un pastore tedesco che si comporta da servo non è più un pastore tedesco». E in un libro venduto in milioni di esemplari («Il pastore tedesco dalla A alla Z»), fissava le regole d'oro del bravo allevatore: «Alimentare i cani soltanto con cibo tedesco, dare ai cani soltanto nomi tedeschi», esortava. Invocando multe salate per chi «ricorre a qualche superfluo nome straniero». Quando Max von Stephanitz morì, nel 1936, settecento cani da pastore latrarono per un minuto sulla sua tomba. Un omaggio organizzato dai colleghi allevatori, grati alla'genialità dell'ex ufficiale prussiano che aveva rilanciato il mercato canino del Reich: pochi anni erano bastati per fare del «cane lupo» un successo mondiale, un oggetto di culto, un simbolo di fierezza e di forza, un animale da esibire. Da allora, i discendenti di Horand von Grafrath sono stati usati come cani poliziotto, cani antidroga, cani da difesa, cani per ciechi, cani antivalanga: oltre che come attori di successo e normali cani da compagnia. Ma come nessun altro animale, forse, il pastore tedesco ha attraversato la storia del secolo, è entrato nell'iconografia del Novecento: il «cane lupo» ha compiuto una lunga marcia attraverso le istituzioni, che non gli ha risparmiato comparse imbarazzanti, scomode. Nei campi di concentramento, era utilizzato dalle squadre della morte. Hi- tler riservava a «Blondie» tenerezze infinite, come confermano foto e spezzoni di film: il Fuerher lo volle con sé anche al momento del suicidio. Altre immagini mostrano i discendenti di Horand in compagnia delle guardie di frontiera della Ddr, nella Germania della guerra fredda: lungo il Muro c'erano sempre pastori tedeschi di pattuglia, e sono ancora in molti - all'Est - a ricordare con terrore i denti di un «lupo» intorno alla gola, durante un tentativo di fuga all'Ovest. Perfino il movimento studentesco tedesco, nel '68, considerava il «lupo» un nemico, per via dell'impiego da parte dei corpi spciali antisommossa. Per fortuna, confessano gli allevatori, la sua immagine è stata riscattata dal cinema e dalla tv, per fortuna serie globali come «Rin Tin Tin» e tele- film fortunati come «il Commissario Rex» «hanno ristabilito la verità». In realtà, basta dare un'occhiata alle cifre: il pastore tedesco è il cane più diffuso in una ventina di Paesi, Italia compresa: è fra gli animali più intelligenti, più fedeli, più amati; nel mondo esistono centinaia di migliaia di associazioni per la conoscenza e la diffusione della razza. Riassume il portavoce dell'Associazione tedesca pastori tedeschi, Reiner Voltz: il principio di von Stepanitz - «L'allevamento dei cani da pastore è allevamento di cani di servizio» - ha trovato conferma nella quotidianità e nella «presenza in famiglia» molto più che nell'impiego ufficiale. «In una cosa il suo inventore si sbagliava: il pastore tedesco è nato tedesco, ma è diventato cittadino del mondo». Esortava a seguire i suoi consigli: «Mai dare al cane un nome straniero, alimentarlo solo con cibo della madrepatria» «I cuccioli devono essere disinvolti non aggressivi e neppure paurosi Vietato addestrarli per fare i servi» Era U 22 aprile 1899 Un esemplare di pastore tedesco: la razza è stata creata nel 1899

Persone citate: Friedrich Von Stephanitz, Reiner Voltz, Tin Tin

Luoghi citati: Bonn, Ddr, Germania, Italia