Dopo lo strage Clinton celebra un'eroina di Gabriele Romagnoli
Dopo lo strage Clinton celebra un'eroina E DENVER ANNULLA IL CONCERTO DI MARILYN MANSON Dopo lo strage Clinton celebra un'eroina Professoressa invitata al Congresso: «Ha salvato 60 ragazzi» reportage Gabriele Romagnoli inviato a LITTLETON Alla fine, una tempesta di neve scende dal cielo del Colorado a cancellare le tracce, attutire i rumori, disperdere gli assembramenti a lutto, chiudere ciascuno in casa con la propria famiglia e le proprie riflessioni. La tragedia è finita, i morti sono stati contati, le parole del dolore spese nelle decine di messe e raduni, scritte sulle centinaia di fogli che hanno composto la «catena di carta» sgranata come un rosario dagli studenti davanti alla scuola del massacro. Alla fine, non resta che consolarsi cercando gli eroi e scatenarsi nella caccia ai colpevoli. E' questo che l'America oggi fa, dal suo Presidente all'uomo della strada. E questo è ciò che trova. MI EROI. Bill Clinton, sempre pronto a mettersi al fianco di un modello di comportamento, ha scelto la professoresse Theresa Miller. La vedremo nell'aula del Congresso al prossimo discorso sullo stato dell'Unione, meritevole di aver salvato la vita a 60 ragazzi, conducendoli in un nascondiglio dove gli assassini non potessero raggiungerli, intimando loro il silenzio, spezzandosi le unghie per staccare la grata della ventilazione e far entrare aria quando un paio di asmatici hanno cominciato a boccheggiare, spegnendo con l'estintore un principio d'incendio che minacciava di arrostire tutti. E poi i due gemelli Nick e Adam Foss, 18 anni, intrappolati in due ali diverse dell edificio, uno nei bagni, l'altro nell'aula di musica. Il primo a farsi carico della dozzina di ragazzi che aveva intorno, a sborrare la porta e dare ordini per cavarsela. Il secondo a occuparsi del coro con cui stava facendo le prove. Entrambi, per tre ore, a sentire il peso di una responsabilità doppia e una duplice angoscia. Simultaneamente decisi a rompere l'assedio, portando con sé i compagni, passando, nel caso di Nick, a pochi metri dai due col soprabito nero, udendo una pallottola fischiare accanto all'orecchio; provando, nel caso di Adam, terrore indiretto, in quello stesso interminabile momento, prima di ritrovarsi, uno a sbracciarsi dal pulman, l'altro a protendere le mani dalla strada, nel rifugio dei sopravvissuti. E poi il tenero Seth Young, che non aveva mai trovato il coraggio e le parole per dire a Christie che l'amava e gli sono venute, l'uno e le altre, nel modo più incredibile, quando un fucile era puntato sulla ragazza sdraiata a terre e lui le si è buttato sopra dicendo: «Sparate a me, piuttosto». Roba che neppure i due tiratori impazziti se la sono sentita e hanno proseguito oltre. Ma questa di Littleton non è una favola bella e, alla fine, l'eroe più grande è, anche, una vittima: Dave Sanders, profes¬ sore di scienze e allenatore di basket femminile, noto per i suoi pantaloni buffi, le barzellette sceme che si ostinava a raccontare e la gentilezza immensa. Quando Dave ha visto arrivare gli assassini ha cominciato a radunare gli studenti e a portarli fuori tiro, proteggendoli col suo corpo. Nel tragitto ha incontrato molte vie d'uscita, senza imboccarne nessuna. Ha condotto in salvo più di cento allievi in un'aula dove si è infine accasciato, in una pozza di sangue. I ragazzi l'hanno tamponato con le loro camicie, tenuto desto mostrandogli le foto di famiglia prese dal suo portafoglio. Ha detto: «Dite alle mie figlie che le amavo» ed è morto mentre gli agenti irrompevano nella St ti I COLPEVOLI. Eric Harris, la mente, e Dylan Klebold, il seguace plagiato, certo. Ma non basta. Nessuno può accettare che due ragazzini siano i soli responsabili di tutto questo. E allora, comincia la solita litania di complici e istigatori. I FILM. Messi all'indice il sempre citato «The Basketball diaries» (citato anche per danni in tribunale, dopo la sparatoria nella scuola dell'Oregon) e l'ultimo «The Matrix»; da Léonard Di Caprio a Keanu Reeves, entrambi nerovestiti e con le pistole in mano a fare stragi, nelle aule o nel ciberspazio. IL ROCK. Annullato il concerto della star vampiresca Marilyn Manson; ritenuto inopportuno venisse a cantare «lire-' sponsabile inno all'odio» («Ehi, vittima, vuoi che ti faccia un altro occhio nero? Hei vittima, sei tu che mi hai armato»). IL GOTICO. Perquisiti ritrovi e punti vendita di gruppi di ten¬ denza che amano truccarsi come la famiglia Addams, ascoltare musica soporifera e starsene per fatti loro. I VIDS0GI0CHI. Sotto accusa «Doom», caccia all'uomo in corridoi bui di cui Eric Harris era fanatico. I SOMMITI Nili. Proibiti in tutta Denver e dintorni, perché simbolo della tragedia e perché utili per nascondere armi, sotto. Ancora non indiziati: le leggi che consentono il possesso di armi, il disinteresse delle famiglie, la mancanza di controlli delle autorità scolastiche, le disattenzioni di quelle di polizia, eccellenti nel disinnescare le bombe, dopo che erano state messe e avevano ucciso 12 ragazzi e un eroico insegnante. «I killer Eric e Dylan non hanno progettato tutto da soli» In Colorado è caccia ai complici Denver si è mobilitata nella commemorazione delle 15 vittime della scuola Columbine
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