Ministeri
Ministeri Ministeri Accorpamenti Un coro di no ROMA Un coro di critiche e perplessità. Il piano di accorpamento dei ministeri predisposto dal governo, che prevede per le attività culturali la stessa «casa» della Pubblica istruzione e dell'Università e ricerca scientifica non piace al mondo dello spettacolo. Il presidente dell'Agis Giorgio van Straten esprime «sconcerto e preoccupazione»: «Non conosco altre realtà europee in cui la cultura non abbia una considerazione specifica e diversa da quella dell'istruzione. Non più di qualche mese fa - ricorda van Straten - è stata varata l'unificazione in un unico ministero dei Beni e delle Attività culturali; soluzione convincente e condivisa dal mondo dello spettacolo. Ora, tutto sembrerebbe rimesso in discussione». Concorda il presidente dell'Anica, Fulvio Lucisano, convinto che l'accorpamento «penalizzerebbe pesantemente il mondo del cinema, impegnato in una fase di rilancio e di riconquista del mercato nazionale e intemazionale». Per l'ex ministro per i Beni culturali, Alberto Ronchey, è un «paradosso perchè ciascuna di queste materie vuole conoscenze specifiche, a meno che non si voglia che i ministri responsabili non abbiano conoscenze specifiche e siano semplicemente un simbolo». Contrari anche i Ds. E' lo stesso Walter Veltroni, segretario del partito ed ex ministro dei Beni Culturali, a pronunciarsi contro la «cancellazione» del ministero che, dopo la riforma varata nei mesi scorsi dal Parlamento, ha competenza 3ul «complesso delle politiche di sostegno e di promozione della cultura». Sarebbe una scelta «Inimmaginabile» per un paese come l'Italia - prosegue Veltroni - che ha nella cultura e nell'arte un patrimonio «unico al mondo» e una «risorsa fondamentale per il suo sviluppo». E la Uil ha proclamato lo stato di agitazione contro un «pauroso arretramento, un ritorno indietro di oltre 60 anni».
Persone citate: Alberto Ronchey, Fulvio Lucisano, Giorgio Van Straten, Veltroni, Walter Veltroni
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