Bossi-Milosevic, oggi l'incontro

Bossi-Milosevic, oggi l'incontro Bossi-Milosevic, oggi l'incontro // Senatùr nella capitale serba «Sono qui per vedere e capire» Inviato a BELGRADO «Abbiamo avuto un ritardo di qualche ora, l'incontro con il presidente Milosevic è rinviato, slitta di un giorno». Umberto Bossi, a sera, è in viaggio dal confine con l'Ungheria a Belgrado. Con lui il capogruppo alla Camera Domenico Cornino, il segretario dei parlamentari Alberto Morandi e un operatore di TelePadania. Dopo Armando Cossutta il segretario della Lega Nord è il secondo politico italiano che si incontra con Milosevic sotto le bombe. «Dovevamo arrivare qualche giorno fa - spiega Bossi - E' pronto anche un nostro convoglio di aiuti umanitari che dovrebbe raggiungere le zone serbe e del Kosovo. Noi siamo per la pace e vogliamo aiutare chi sta subendo questa guerra, che sia serbo o profugo del Kosovo». Secondo un programma piuttosto elastico. Bossi e la delegazione della Lega al loro arrivo a Belgrado sono stati ricevuti dal presidente del Parlamento, JBoi;in albergo, è iniziata l'attesa per l'incontro con Milosevic. «Vorrei capire se posso essere utile - dice Bossi - In questo momento mi sembra isolato, anche se non è vero che in Italia o in Europa siano tutti a favore di questa guerra voluta solo dall'America di Clinton». Ed è questo uno dei messaggi per Milosevic: voi - è la tesi di Bossi - più che attaccare gli Stati Uniti dovreste prendervela con Clinton. Per Bossi Milosevic e la Serbia non hanno tutti i torti, anzi. «Io non credo che esista il progetto della Grande Serbia - spiega al telefono - penso invece che esista il progetto della Grande Albania, finanziato da Clinton e anche dagli aiuti italiani che arrivano a Tirana. Un progetto che mira a destabilizzare tutta l'Europa, a renderla debole e asservita alle lobbies di Washington». Sul Kosovo Bossi dice che appartiene alla Serbia. «Lo so che in Italia questa mia posizione la capiscono in pochi, anche perché non viene spiegata. I serbi stanno difendendo il loro territorio che in questi urtimi anni ha subito una mutazione etnica con l'aumento della componente albanese. E questo non lo ricorda mai nessuno, man che meno la propaganda pilotata da Washington». M'inizio della guerra erano arrivati a Belgrado anche i leghisti Roberto Maroni e Marco Fonnentini, ma nonostante tre giorni d'attesa non erano stati ricevuti da Milosevic. Bossi è partito ieri mattina dalla Malpensa, via Budapest e poi in auto fino a Belgrado, con tutte le garanzie: l'incontro con il Presidente che vive nei bunker avverrà questa mattina, alle 10.30. Poi si saprà se avrà le autorizzazioni per ripartire diretto in Kosovo. «Sono venuto qui per vedere e capire», dice Bossi alle porte di Belgrado. ìg.ce.l Il leader della Lega Umberto Bossi