La psicosi dell'acqua

La psicosi dell'acqua La psicosi dell'acqua Filippo Ceciarelli Rombo di aerei in lontananza e voci di intrighi paranoici. Quella di oggi prevede la possibilità che i servizi segreti serbi abbiano infiltrato di loro agenti le colonne dei rifugiati del Kosovo, e che questi finti profughi al soldo del temutissimo Udb si apprestino nell'ombra ad avvelenare l'acqua - razionata e non esattamente salubre, per la verità - di Tirana. Siamo già ai prelievi, come informa la «Gazeta Shqiptare», mentre il direttore dell'acquedotto comunale, signor Gjini, ha chiesto il rafforzamento della vigilanza anche contro il rischio di attentati alle centrali idroelettriche e alle dighe. Il capo della polizia gli ha risposto di non avere né i mezzi né gli uomini per farlo. Ma intanto la psicosi fa un passettino in avanti. L'acqua avvelenata è un'arnia invisibile e misteriosa che si tira appresso un che di affabulatorio; la figura dell'avvelenatore di pozzi è quasi un archetipo della follia bellica. La storia dei Balcani e dell'Albania in particolare abbonda di veleno («helm») e di personaggi eminenti - dal primo ministro dell'indipendenza, Ismail Geniali, al tiranno nazional-comunista Enver Hoxha che a sproposito si sospetta siano stati avvelenati al termine di complicatissimi giochi a sfondo politico, militare o diplomatico, è tuttavia il più caratteristico intrigo di derivazione ottomana è nulla - o è tutto, in fondo - rispetto ai cortocircuiti mentali, anzi alla fantasiosa pazzia, all'autentica compulsione para- noide con cui un certo spirito albanese si misura e si accende di fronte alla difesa della patria e più ancora davanti alla guerra. Basti pensare non solo alla ciclopica installazione, ma anche all'incongrua disseminazione strategica degli 800.000 bunker, oggi per la minima parte sbriciolati o utilizzati nei modi più vari (i padri basiliani di Elbasan ne hanno ricavato un convento). E ai leggendari tunnel e arsenali scavati sotto il mare, e agli scogli resi appuntiti e taglienti per squarciare le chiglie delle navi, e alle basi segrete fra le valli più impervie, specie di Shangri-la in vista di battaglie risolutive... Così, qui a Tirana, la guerra si vede poco, si sente molto, ma certo comincia a immaginarsi troppo: anche portando alla bocca un bicchier d'acqua. Chi dice otto, nel frattempo, chi dice undici spie serbe camuffate da kosovari. Ma il problema vero òche inanca l'acqua. Il nuovo acquedotto l'ha voluto Andreotti, dalla diga di Bovilla, ma è incompiuto, manca mezzo km di tubature, e l'avvelenamento totale sarebbe complicato assai. Ed TACCUINO ITALIANO

Persone citate: Andreotti, Enver Hoxha, Gjini, Ismail Geniali

Luoghi citati: Albania, Balcani, Kosovo, Tirana