Tutta la Lituania contro Bologna

Tutta la Lituania contro Bologna A Monaco di Baviera la Kinder difende il suo scettro del basket dallo Zalgiris Tutta la Lituania contro Bologna Dagli Usa il tifo di Sabotiti, ex star e azionista del dub Giorgio Vlberti inviato a MONACO «Avete percorso più strada del previsto, ma adesso fate ancora l'ultimo passo». Il messaggio viene dagli Usa, la firma è di Arvidas Sabonis, il Principe del Baltico, uno dei più grandi pivot europei di sempre. Destinatari, i suoi con-, nazionali ed ex compagni dello Zalgiris Kaunas, la più forte squadra della Lituania, che dopo aver affondato nelle semifinali di Eurolega la corazzata Olympiakos Atene contenderà stasera (ore 21) alla Virtus Kinder Bologna il massimo trofeo continentale. Soltanto pochi mesi fa il pronostico sarebbe stato scontato: la Virtus è campione in carica, ricca di campioni, esperienza e tradizioni, forte tecnicamente e finanziaria mente; lo Zalgiris invece è alla sua prima finale così come il suo allenatore Kazlauskas, inoltre ha un budget pari a circa un decimo di quello della Kinder e non è mai stata regina d'Europa anche perché ha una storia sportiva piuttosto recente, consolidatasi soltanto dopo che il Paese ha ottenuto l'indipendenza dall'ex Urss. Tuttavia la Kinder, se vorrà confermarsi sul trono continentale, farà bene a non sottovalutare una squadra che è l'espressione dell'orgoglio di un'intera nazione ma anche interprete di un basket libero e veloce stile americano, meno nevrotico e cerebrale di quello sempre più diffuso in Europa. Kaunas, 430 mila abitanti dei 3,7 milioni di tutta la Lituania, non è la capitale politica e amministrativa (che è Vilnius) ma è sicuramente il centro pulsante di quel Paese baltico dal quale non a caso partirono le rivendicazioni di indipendenza dall'Unione Sovietica, un traguardo raggiunto finalmente nel '90. Lontani per cultura e tradizioni dallo slavismo, in maggioranza protestanti piuttosto che ortodossi, i lituani hanno sempre rivendicato la propria autonomia anche nello sport. Per questo i tre titoli nazionali sovietici conquistati dall'85 all'87 proprio dallo Zalgiris, dopo appassionanti duelli col Cska Mosca durante i quali tutto il Paese si fermò, furono interpretati come avvisaglie del successivo affrancamento dal colosso Urss. Uscita dall'orbita sovietica, la Lituania cerca ora una consacrazione continentale anche con questa finale di Eurolega, alla quale lo Zalgiris è giunto grazie all'appoggio proprio del miglior cestista lituano di sempre Arvidas Sabonis (che da qualche stagione gioca nella Nba a Portland e che detiene il 15% delle quote societarie), ai contributi di governo e televisione di Stato, ma soprattutto agli investimenti di un imprenditore mecenate dalle molteplici attività, alcune della quali non del tutto definite. Shabtai Von Kalmanovic, nato a Kaunas ma di origini ebree, fino a pochi anni fa copriva quasi da solo le spese della squadra con i soldi che racimolava come organizzatore di grandi concerti (da Michael Jackson a Pavarotti e Carré ras) e come proprietario di miniere diamantifere in Sudafrica e di una catena sterminata di farmacie (proprio a lui si deve l'introduzione del Viagra a Mosca, dove Von Kalmanovic risiede e dirige i propri affari). La passione dei lituani per il basket (qui a Monaco sono arrivati migliaia di tifosi e non solo da Kaunas) ha fatto il resto, permettendo allo Zalgiris di ingaggiare gran parte dei giocatori della Nazionale (Stombergas, Adomaitis, i due Zukauskas, Maskoliunas e Masiulis), il ceco Zidek, figlio d'arte (suo padre fu uno dei più grandi cestisti dell'ex Cecoslovacchia), più gli americani Edney e Bowie. Il primo - un folletto imprendibile di appena 177 cm e 25 anni, ex Nba (come Zidek e Bowie) - è anche il più pagato dello Zalgiris, circa 450 mila dollari a stagione, nulla a che vedere però con gli 11 miliardi di lire in tre anni a Sasha Danilovic, leader della Kinder. Bowie, invece, è una vecchia conoscenza del nostro basket. Giocò a Varese nel '90 e a Milano nel '96, ma anche numerose stagioni nella Nba, che lo scoprì mentre faceva da assistente al preparatore degli Houston Rockets. «Vivo in Florida, ma il freddo di Kaunas non mi spaven- ta perché là il basket è ancora divertimento e passione, non soprattutto business e stress» dice Bowie, 36 anni e pieno di acciacchi ma sempre allegro. Ridendo e scherzando, il suo Zalgiris - che in lituano significa Foresta Verde quest'anno è imbattuto in Lituania e finora in Eurolega ha perso solo 4 partite, meglio di qualsiasi altra squadra. La Kinder dovrà inventare qualcosa di speciale per smorzare il sorriso dei fieri eredi di Sabonis. La squadra di Kaunas è giunta alla prima finale grazie a un imprenditore dalle molteplici attività (magari chiacchierate) Danilovic (nella foto contrastato da Rilutti) cerca la sua 3' Coppa Campioni