Una beffa estetica contro la tradizione di Marco Vallora

Una beffa estetica contro la tradizione Critica Una beffa estetica contro la tradizione Marco Vallora MILANO ~7>T|OME sembrano lontani, I ' anni-luce, ed anche un I poco ridicoli e velleitari i I i tempi stantii in cui il fronte benpensante dei filistei demonizzava i tagli di Fontana ed identificava in lui il simbolo, tra l'altro assolutamente innocente, della dissacrazione artistica e della beffa estetica. Non più soltanto «questo saprebbe farlo anche mio nipote», che era stato il grido anti-Picasso, ma addirittura «un taglio così vien meglio al mio traslocatore, quando si accanisce senza volere contro i quadri del mio salotto». Due i simboli dannati di un'epoca: la «merda d'artista» di Manzoni, da un lato (che effettivamente voleva ironizzare la funzione «autoriale» dell'artista), dall'altro i «buchi» e le poetiche fenditure di Fontana, che invece intendeva, all'opposto, potenziare, moltiplicare il carisma lirico dell'opera d'arte: bagliore di luce al neon. Come a dire: non avevano davvero capito nulla i detrattori allarmati di Fontana. Questo hidalgo della precisione poetica, questo gaucho che veniva dal1 Argentina e che trattava la superficie pittorica come una pampa da prendere al lazo di un'esattezza feroce degna di un vero esercizio zen, feriva la tela per permettere all'immagine spaziale di respirare meglio, di vivere e circolaro al di là degli obblighi burocratici di una pittura di superficie, congelata dalla tradizione. Così, nel bailamme confuso delle fiere, il gesto magistrale e inesorabile di Fontana non smette di incantarci. «Merda d'artista» «Merda d'artista»

Persone citate: Fontana, Manzoni

Luoghi citati: Argentina, Milano, Ome