Si risveglia dal coma di Fabio Albanese

Si risveglia dal coma Ragusa, i genitori: «E' stato un miracolo di Padre Pio» Si risveglia dal coma Il giovane era pronto per l'espianto Fabio Albanese RAGUSA «Io non so se sia veramente un miracolo, se padre Pio ci ha aiutati, per me lo è certamente. Mio figlio era dato per morto e adesso siamo qui, ad aspettare il giorno che potrà tornare a casa». Seduta con il marito su una panchina, dietro i vetri del reparto di rianimazione dell'ospedale Maggiore di Modica, Tina Rinzivillo Sveva, 46 anni, dopo aver pianto le lacrime di una madre che dice «sì» all'espianto degli organi del figlio dato per morente, adesso prega e spera. Da lunedì pomeriggio il suo Giorgio, 22 anni, si è risvegliato dal coma profondo in cui era dall'I 1 aprile, il giorno dopo un terribile incidente stradale che ha ridotto in quelle condizioni sia lui sia un suo amico di 23 anni, Carmelo Giannone, ricoverato in coma all'ospedale Garibaldi di Catania. In molti ora dicono che quel risveglio è opera di Padre Pio. Lunedi Giorgio ha aperto gii occhi e il padre, Vannuzzu, gli ha chiesto: «Sai Giorgio, ti ho comprato la macchina nuova. Se sei contento muovi i piedi». E Giorgio ha mosso i piedi. Il fratello minore Luca, 16 anni, dice poi di aver notato reazioni alla sua esortazione: «Sbrigati a guarire perché voglio farmi un tatuaggio con te». Il giorno prima, la mattina di domenica, il giovane aveva ricevuto al suo letto della rianimazione la visita di padre Enzo La Porta, 42 anni, superiore del convento dei Cappuccini e amico di famiglia. Il frate gli ha portato un'immaginetta e una ciocca di capelli di Padre Pio dal suo reliquiario personale. Ha pregato e ha poi poggiato ciocca e santino per qualche minuto sul cor- po del giovane. E qui il racconto di chi era presente si fa commovente quanto incerto. C'è chi dice che Giorgio abbia accennato un segnale di risveglio e chi, invece, che sul suo viso sia sgorgata una lacrima: «Padre Enzo gli ha mostrato la reliquia di padre Pio - dice Luca - e a quel punto mio fratello ha pianto. Ma credo sia prematuro parlare di miracolo». «Ho assistito personalmente all'evento - dice sicuro uno zio, Giorgio Roccasalva -, Ora i medici dicono che mio nipote dovrà restare in ospedale per un paio di mesi, ma poi potrà tornare con noi». «Ora dobbiamo pregare per Carmelo», aggiunge mamma Tina. Non vuole parlare padre Enzo. Al convento dicono però che «è tutto vero, il ragazzo ha reagito appena gli è stata poggiata la ciocca di capelli di Padre Pio». Più cauti e scettici i medici dell'ospedale Maggiore che giovedì della scorsa settimana, cinque giorni dopo l'incidente, avevano detto che ormai c'erano poche speranze che Giorgio potesse risvegliarsi e avevano cautamente consigliato ai genitori di pensare alla possibilità di donare gli organi: «Posso solo dire che le condizioni del paziente sono migliorate», taglia corto il primario della rianimazione, Giuseppe Di Guardo. E il direttore sanitario dell'ospedale Maggiore, Vincenzo Manenti, dice: «Non è sorprendente che si esca dal coma. E mai nessuno ha detto che quel ragazzo era in coma irreversibile. Ma se c'è stata anche la mano divina, tanto meglio». I genitori di Giorgio avevano dato il loro sofferto assenso all'espianto degli organi lo stesso giovedì in cui i medici avevano loro comunicato che non c'era più nulla da fare. Lo stesso ragazzo più volte aveva detto ai suoi: «Se mi succede qualcosa, donate gli organi». Poche ore dopo, all'ospedale di Modica si è presentata la commissione medica che decide il prelievo degli organi che, però, ha chiesto di attendere almeno 36 ore prima di dichiarare la morte cerebrale: «Non c'era ancora l'idoneità all'espianto - dice Manenti perché è stata notata della debole attività cerebrale». C'era la febbre e la linea dell'elettroencefalogramma non era completamente piatta, sebbene ciò non si vedesse a occhio nudo. Le 36 ore di attesa, viste le condizioni di Giorgio, sono poi diventate tre giorni, fino a domenica, al gesto di padre Enzo, alla reliquia di padre Pio poggiata sul petto del ragazzo. Un giovane si è risvegliato dal coma dopo che i genitori avevano dato l'assenso per il trapianto di organi

Luoghi citati: Catania, Ragusa