«Dopo Borsellino volevano uccidere me»

«Dopo Borsellino volevano uccidere me» DI PIETRO «Dopo Borsellino volevano uccidere me» CALTANISSETTA. Antonio Di Pietro ha parlato ieri a Caltanissetta del piano della mafia per assassinarlo subito dopo Paolo Borsellino, sette anni fa. Ne fu informato dal Kos a 24 ore dalla strage in cui in via D'Amelio a Palermo, il 19 luglio 1992, i boss uccisero il procuratore aggiunto e cinque dei sei poliziotti della scorta. Per più di quattro ore l'ex pm, testimoniando nell'aula bunker, ha riferito anche alcuni episodi inediti. E, oltre al progetto sulla sua uccisione, ha confermato vari fatti sulle indagini che il pool Mani Pulite pensò di estendere a mafia e appalti. Ma questi accertamenti furono interrotti per gelosie e incomprensioni. Alla fine il procuratore capo di Milano Francesco Saverio Borrelli «per non creare conflitti ridusse i nostri carichi di lavoro», ha detto il senatore. «In quel periodo varie procure italiane insorsero contro il pool accusandoci di interferenze», ha proseguito Di Pietro, ricordando quando nel 1993 chiese l'arresto per tangenti dell'imprenditore edile agrigentino Filippo Salamoilo. «Ma poi non se ne fece nulla», ha precisato Di Pietro. • [a. r.l

Persone citate: Antonio Di, Di Pietro, Filippo Salamoilo, Francesco Saverio Borrelli, Paolo Borsellino

Luoghi citati: Caltanissetta, Palermo