Scuola, parità più lontana

Scuola, parità più lontana Il centrodestra contesta il testo «unificato»: il governo sconfessi il relatore Scuola, parità più lontana E il Polo blocca la riforma dei cicli Mario Tortello La parità scolastica si fa più lontana. Lo scontro in atto al Senato sul testo «unificatoli proposto dal relatore Luigi Biscardi (Ds) intorbidisce le acque, getta nuova zizzania tra maggioranza e opposizione (ma anche tra le forze politiche che sostengono il governo D'Alema) e paralizza il cammino delle altre riforme sull'istruzione. Un muro contro muro che trova eco all'europarlamento, costringendo l'assemblea di Bruxelles a rinviare ogni pronunciamento al 17 maggio. LA WKOL Sono undici i disegni di legge presentati a Palazzo Madama su questa materia. Martedì, il senatore Biscardi presenta al comitato ristretto della commissione Istruzione una proposta relativa ai primi tre articoli. Nelle intenzioni, è una proposta «unificante»; invece, scatena un vero e proprio diluvio di «no». Il Polo blocca i lavori del ristretto della Camera sul riordino dei cicli scolastici; il Ppi prende le distanze (quello di Biscardi - sostiene Giovanni Manzini - è «un lodevole contributo personale, che, però, non rappresenta affatto la posizione della maggioranza»); l'Udr stronca l'ipotesi: «Cosi si creano nuovi ostacoli al concreto esercizio della liberta di studio», dice Ombretta Fumagalli Candii. L'ATTACCO DEL POLO. E' scontro frontale e prettamente ideologico. «Inaccettabile». «Comunista». «Po-' santemente statalista». «Liberticida». «Provocaziono». «Arretrato rispetto allo leggi fasciste». «Pulcinellata». Non usano mezzi termini Valentina Aprea (Forza Italia), Angela Napoli (An) e Beniamino Brocca (Ccd) per bocciare il testo Biscardi. Chiedono che il governo sconfessi il relatore e che il relatore si dimetta. E avanzano un dubbio: «che sia stato lo stesso ministro Berlinguer a concordare il testo della discordia, col fine occulto di non giungere ad approvare alcuna legge di parità». «Sono regole inaccettabili - incalza Aprea -. Si vorrebbe, insomma, statalizzare in tutto lo scuole libere in cambio di un piatto di lenticchie neppure tanto sicuro. Siamo lontani anni-luce dalla vera parità, dal riconoscere la libertà di educazione. E' tm modo per mantenere l'istruzione come diritto esclusivo dello Stato e non come un servizio alla comunità». L'AUTOOffBA DI nSCUDL «La fretta che i responsabili nazionali scuola del centro-destra dimostrano noll'esprimere un giudizio fortemente critico sui primi tre articoli è assai sospetta - taglia corto il relatore -. Essa evidenzia l'intento strumentale, ormai usuale nel centro-destra, di opporsi pregiudizialmente ad ogni importante innovazione del sistema scolastico proposta dal governo o dalla sua maggioranza parlamentare. Ma i provvedimenti sulla formazione, approvati nella prima parte della legislatura, sono ormai numerosi e assai significativi». DS I VERDI AL CONTRATTACCO. «Il Polo vuole bloccare tutte le riforme della scuola e ora sceglie la via dell'ostruzionismo perché si arresti il progetto di innovazione in corso, atteso da oltre trent'anni - rilancia Barbara PoUastrini, responsabile femminile di Botteghe Oscure -. E' una cagnara strumentale». Maria Grazia Pagano (Ds): «Avanzino controposte, se ne hanno. Perché c'è il sospetto che il problema vero non siano le regole per la parità ma quello dei finanziamenti». Un dubbio che tormenta anche Fiorello Coniami, Verdi: «Sono penosi gli appelli alla libertà educativa, quando in modo spudorato si pone sul tavolo la sola e brutale richiesta di soldi, contro il preciso dettato costituzionale». LA SUDA M BERLINGUER. «Ho l'impressione che sia cominciata la campagna elettorale - replica il ministro della Pubblica Istruzione -. In modo ricórrente, la questione della parità viene sollevata, non per risolvere i problemi ma come oggetto di contesa politica». E ricorda che «il governo è impegnato, dal suo stesso programma, ad affrontare e risolvere la questione della parità scolastica partendo dal disegno di legge presentato nel luglio del 1997». Una promessa e una sfida: «Auspico che nella discussione parlamentare si trovino le convergenze sufficienti al fine di raggiungere il risultato». LA PROMESSA DI MAT7ABEUA. Se anche il Ppi incalza governo e maggioranza, il popolare Sergio Mattarella (vicepresidente del Consiglio) s'impegna in prima persona a nome di tutto l'esecutivo: in tema di scuola e di parità, «intendiamo in ogni caso mantenere fermi i principi contenuti nel disegno di legge presentato, conformemente agli impegni assunti - spiega alla Camera -, Il governo auspica una definizione in tempi rapidi e si adopererà, nel rispetto delle decisioni del Parlamento, perchè ciò avvenga». Berlinguer: l'accordo è possibile, ma c'è chi ha già cominciato la campagna elettorale L'accusa: erano meglio le leggi fasciste La difesa: volete i soldi, non la Libertà COSI' IL PROGETTO CONTESTATO TIPOLOGIE DI SCUOLE Due le tipologie previste: 1. "SCUOLE E ISTITUTI PRIVATI"; "SCUOLE PARITARIE PRIVATE*; 2. "SCUOLE PARITARIE DEGLI ENTI LOCALI". Solo il tipo 2 consente titoli di valore legale. ISTITUZIONE è subordinata al rilascio di un nulla osta da parte dell'amministrazione scolastica. REQUISITI RICHIESTI Pubblicità dei programmi didattici; garanzie finanziarie per il normale funzionamento; apertura ■della scuola a tutti gli studenti i cui genitori ne facciano richiesta; rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro. CONTROLLI VIETATI Divieto di ogni forma di controllo sull'orientamento culturale e sull'indirizzo pedagogico-didattico nelle scuole ed istituti di educazione privati. ENTI LOCALI La proposta prevede che , gli enti locali possano istituire autonomamente scuole paritarie. Il vicepresidente del Consiglio Sergio Mattarella (Ppi) Giulio Andreotti

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