Banca d'Italia boccia le scalate ostili di Stefano Lepri

Banca d'Italia boccia le scalate ostili Il governatore: «Niente dirigismo, ma è necessario evitare ogni turbativa per il mercato» Banca d'Italia boccia le scalate ostili «Dobbiamo essere informati» Stefano Lepri ROMA «Dirigista la Banca d'Italia? Sono polemiche da cortile che non mi interessano»: criticato per aver cercato di esercitare un'influenza sulle grandi manovre che stanno mutando il sistema bancario italiano, il governatore Antonio Fazio risponde che ha seguito la legge. In una «testimonianza» alle commissioni Finanze del Parlamento, il capo della Banca d'Italia conferma di aver pronunciato alcuni no, e di essere contrario alle Opa (offerte pubbliche di acquisto) ostili; ma «la prova che non siamo dirigisti sostiene - è che, al contrario, alcune operazioni da noi auspicate non si sono realizzate». «Già le banche italiane sono piccole: cerchiamo di andare d'accordo tra noi e di evitare lotte intestine» è il messaggio, tutto in chiave di tutela degli interessi nazionali, che probabilmente non sarà gradito oltre le Alpi. Ma è entrando nel merito di controversie nazionali che la Banca d'Italia ha sollevato obiezioni, nelle ultime settimane. Fazio spiega che la sua freddezza verso le due grandi operazioni annunciate, le Ops di San Paolo-Imi sulla Banca di Roma e di Unicredito italiano sulla Comit, è dovuta al non essere stato informato in anticipo. E per definire «non ostile» un'operazione bisogna che entrambe le parti interessate la ritengano tale. Perché non piacciono le Opa ostili? Perché «impoveriscono il capitale bancario» e, se lanciate senza osservare le regole (cioè la consultazione preventiva), «turbano il mercato». «Nel caso di takeover ostili diciamo quasi sempre: ripensateci», rivela il governatore. Questo non significa che tutte le Opa ostili debbano essere bloccate, tanto è vero che nel '93 la Banca d'Italia finì per autorizzarne una, quella del Credito Italiano sul Credito Romagnolo: ma devono essere l'eccezione, non la regola, come lo sono risultate negli Stati Uniti e negli altri grandi Paesi europei. Dirigismo? Fazio rivendica di avere dalla sua precise norme di legge, quando in nome della «tutela del risparmio» sancita nella Costituzione la Vigilanza della Banca d'Italia esercita un giudizio sostanziale, di merito, «oltre gli interessi immediati degli azionisti delle banche coinvolte nel progetto», sulle «conseguenze potenziali dell'aggregazione sull'organizzazione dell'azienda, sulla sua capacità di produrre reddito e di rispettare le regole prudenziali». Ai liberisti che esaltano la «contendibilità» assoluta delle aziende, sancita dalle nuove leggi, il governatore contrappone la diversità del settore creditizio, regolato da leggi precedenti. A deputati e senatori, che intravedono dentro le due operazioni la contesa sul più importante centro di potere finanziario. Mediobanca, Fazio ha confermato che Unicredito non aveva informato la Vigilanza dell'Ops sulla Banca Commerciale, prima di annunciarla, e che sull'Ops San Paolo egli attribuisce un valore cruciale al parere degli organi dirigenti della Banca di Roma. A proposito dell'altra scottante questione di potere che divide il mondo bancario, quella del decreto delegato sulle fondazioni, Fazio ha invece cercato di mettere pace: dopo gli ultimi «affinamenti» apportati dal governo, il testo gli va bene perché «riconosce autonomia sui termini della dismissione». Gli oltranzisti delle fondazioni, che si aspettavano un appoggio, rimarranno delusi. Nel complesso Fazio vede il sistema bancario italiano handicappato dalle piccole dimensioni delle aziende, ma «non in ritardo» nella marcia verso la privatizzazione: «Tra i principali dieci gruppi bancari sono due quelli con prevalente presenza pubblica nel cpaitale, a fronte di 3 in Francia e 4 in Germania e in Spagna». Per essere competitivi occorreranno però sacrifici. Il governatore ammonisce i sindacati che l'alternativa è netta: o nel rinnovo contrattuale in corso cala il costo del lavoro, o calerà poi l'occupazione. LA POSTA IN GIOCO j SAN PAOLO IMI/BANCAROMA 560.000 CLASSIFICA DELLE BANCHE ITALIANE PER VOLUME DI AFFARI SULLA BASE DELLE INTESE IN DISCUSSIONE ATTIVO SU PRIME STIME 1998 DEUTSCHE BANK spa 'DATI 1997 min

Persone citate: Antonio Fazio

Luoghi citati: Francia, Germania, Roma, San Paolo, Spagna, Stati Uniti