«Condanna a morte per Ocalan»

«Condanna a morte per Ocalan» Attribuite ad «Apo» tutte le azioni di guerriglia del Pkk dal 1984 ad oggi «Condanna a morte per Ocalan» La richiesta del Procuratore ANKARA Conta 135 pagine il documento con cui il procuratore del «Tribunale per la sicurezza dello Stato» ha chiesto ieri la condanna a morte di Abdullah Ocalan, leader del Partito dei lavoratori curdi (Pkk); L'atto d'accusa, secondo l'agenzia turca Anadolu, verrà trasmesso in settimana dal Procuratore capo, Cevdet Volitati, alla seconda Corte per la sicurezza dello Stato, ad Ankara. La Corte ha già in corso un procedimento contro il leader curdo che, allora latitante, era stato accusato di «propaganda separatista» e «sostegno aduna organizzazione illegale». Anche in quel caso la procura aveva chiesto la pena di morte, il 30 aprile si terrà nella capitale turca una prima udienza, in cui i due casi dovrebbero essere accorpati, per poi decidere la data di apertura del processo contro Ocalan, unico detenuto del carcere di massima sicurezza sull'isola di Imrali, nel mare di Mannara. Il nuovo atto d'accusa, basato sugli interrogatori cui «Apo» viene sottoposto dal 16 febbraio, giorno della sua cattura in Kenya, si fonda sui reati di tradimento e di attentato all'unità ed alla sovranità dello Stato. Si tratta di reati che prevedono appunto la pena capitale, che tuttavia non viene applicata in Turchia da ormai 15 anni, Nel fascicolo, si legge che Ocalan è responsabile delia morte di migliaia di persone, e che egli ha personalmente ordinato l'uccisione di poliziotti, soldati, insegnanti ed altri civili. In pratica gli sono state attribuite tutte le azioni di guerriglia compiute dal Pkk a partire dal 1984, quando il partito intraprese la lotta annata. Giunto in Italia dalla Russia nella notte tra il 12 ed il 13 novembre scorso, Ocalan fu prima posto agli arresti in un ospedale dei Castelli romani, perché colpito da un mandato di cattura tedesco. La Germania tuttavia evitò di presentare domanda di estradizione, ed il leader curdo riguadagnò quindi la libertà, ma fu insistentemente «invitato» a lasciare l'Italia. Il 16 gennaio scorso lasciò Roma in aereo, per recarsi, sembra, in Russia. Dopo due settimane di vano passaggio da un aeroporto all'altro, il 15 febbraio «Apo» si rifugiò nell'ambasciata greca a Nairobi (Kenya), dove però fu attirato in un tranello e consegnato ai turchi il giorno dop. Proprio ieri il ministro degli Esteri kenyota, Bonaya Godana, ha affermato che «altri Paesi» dell'Unione europea, oltre alla Grecia, erano coinvolti nell'arrivo di Ocalan. La notizia della richiesta di pena capitale non ha certo colto di sorpresa i difensori di «Apo» o i militanti del Pkk. Secondo Ahmet Yaman, portavoce in Italia dell'Emk (il braccio politico del Pkk), non poteva esserci alcun dubbio, dopo la vittoria riportata alle elezioni turche di domenica dal partito d'estrema destra Movimento nazionale. «La loro campagna elettorale è stata tutta impostata sulla pena di morte per Ocalan», ha detto Yaman, spiegando cosi il balzo in avanti dei «Lupi grigi», passati dal 1 ' 8 al 18 per cento dei voti. Con i suoi 130 seggi, il Movimento nazionale entrerà probabilmente nel prossimo governo assieme al Partito della sinistra democratica dell'attuale premier Bulent Ecevit: il nazionalista che ordinò l'invasione di Cipro. [f. sq.] Per Abdullah Ocalan nessuna attenuante secondo l'accusa