Deutsche tratta, ma vuole comandare di Emanuele Novazio

Deutsche tratta, ma vuole comandare Il cancelliere Schroeder invita a fare in fretta. Il colosso è ora disposto a discutere un'unione Deutsche tratta, ma vuole comandare // consiglio approva l'operazione e fissa le sue condizioni Emanuele Novazio corrispondente da BONN Disco verde di Deutsche Telekom al matrimonio con Telecom Italia: forte dell'appoggio del cancelliere Schroeder, il Consiglio di sorveglianza del gigante europeo delle telecomunicazioni ha dato il via libera «al proseguimento delle trattative» con «Ti», come ha confermato ieri il portavoce dell'ex monopolista tedesco Ulrick Lissek. Ma secondo fonti di Bonn, Schroeder vorrebbe che in caso di fusione la leadership spettasse ai tedeschi: con una aÙeanza paritetica, teme il governo federale, il nuovo gruppo correrebbe il rischio di mancare di flessibilità e di essere debole dal punto di vista decisionale. Sempre secondo fonti tedesche, sarebbe parò allo studio una serie di meccanismi per riequilibrare, almeno in parte, l'assetto societario. Sembra invece caduto l'ostacolo rappresentato dalla forte differenza fra le quote pubbliche delle due aziende: il governo tedesco possiede il 72% delle azioni della Telekom, mentre quello italiano possiede soltanto il 3,4 per cento di Telecom. Secondo il quotidiano finanziario Handelsblatt, Bonn sarebbe disposta ad accettare una «limitazione del diritto di voto» che renderebbe il suo potere decisionale «non superiore» a quello conferito al Tesoro italiano. Questa sorta di sterilizzazione della quota tedesca sarebbe accompagnata dall'impegno del governo Schroeder di procedere alla vendita della propria quota «in maniera più rapida di quanto programmalo». Interrogato in proposito, Lissek non ha voluto commentare; il portavoce di Deutsche Telekom si è rifiutato anche di confermare le insistenti voci secondo le quali sarà la fusione fra la tedesca Daimler Benz e l'americana Chrysler a fornire lo schema del matrimonio fra «Dt» e «Ti». Le prospettive di fusione non hanno infiammato la Borsa di Francoforte. Il titolo Deutsche Telekom ha chiuso ieri in netta flessione (meno 3,4%); mentre l'indice Xetra-Dax, che riunisce i trenta titoli più trattati, ha perso solo il 2,86%. Già lunedi le azioni Telekom, le cosiddette T-Aktien, dopo aver guadagnato il 4,85% in un mercato abbastanza vivace avevano chiuso addirittura in perdita (meno 0,64%), mentre l'indice XetraDax chiudeva a più 2,14%. Anche dal principale partito di governo arrivano del resto perplessità sulla fusione: uno degli esperti economici dell'Spd, Uwe Jens, l'ha apertamente criticata. «I clienti non possono aspettarsi niente di buono dalla febbre di fusione fra ex gruppi Eubblici»: dà orìgine a monopoprivati che dominano il mercato, avverte Jens, che ha chiesto all'Ufficio federale antimonopoli di «mettere un freno a queste assurde tendenze». Le crìtiche più dure arrivano però dal principale concorrente tedesco di Deutsche Telekom, la Ma nnesmann, impegnata assieme ad Olivetti sul mercato telefonico italiano: «Avremmo visto con maggior piacere un impegno del governo in favore dell'intera economia e non di una singola azienda», commenta il vicepresidente Klaus Esser, che sta per assumere la guida del gruppo. «Dal nostro punto di vista questa non ò una soluzione febee», insiste Georg Acker, membro del consiglio cu amministrazione. Mannesmann ha confermato comunque che anche in caso di fusione fra Deutsche Telekom e Telecom Italia continuerà la sua «collaborazione di successo» con Olivetti: «Non avremo niente da perdere» se la società di Ivrea non riuscirà ad acquisire Telecom. Se tuttavia l'Opa di Olivetti non avesse successo, Mannesmann non potrebbo aumentare la propria quota in Omnitel e Infostrada, afferma ancora Esser, secondo il quale «non ci sarà comunque un au¬ mento di capitale»: «Anche se Telecom Italia dovesse fondersi con Deutsche Telekom, Mannesmann non sarebbe interessata a un takeover di Olivetti». Quanto agli ambienti finanziari, i conunenti non sono unanimi. Accanto a chi sostiene che il socio giusto per Deutsche Telekom non è Telecom Italia ma sarebbe stata piuttosto l'inglese Cable & Wiresless, per caratteristiche e area di mercato, c'è chi ritiene «sensata» dal punto di vista economico la fusione, anche se non consentirà a «Dt» di diventare quel «giocatore globale» del rango dell'americana «AT&T». Da questo punto di vista, si nota, la fusione è soltanto il primo passo di un più lungo cammino, che secondo alcuni analisti potrebbe presto portare proprio all'acquisizione di Cable & Wireless. Con la fusione inoltre, si nota, il gigante tedesco acquisirebbe un importante vantaggio strategico nei confronti di Mannesmann, bloccata nel suo obiettivo di espansione sul mercato italiano. Robert Grindle (Hbsc): «Tutti aspettano di vedere i dettagli e la valutazione; delle azieffde Entrambe sono già state braye» Antonacci (Fidelity): «Piano difficile, ma si può realizzare se fa Dt rlòn vorrà ottenére il predominio a tutti i costi» USA ''POMICI TIUCOM FRANCIA 26.881 IRBTiSH TIUCOM GRAN BRETAGNA 28.897 TMJPONICA SPAGNA AMBRITECH USA 18.99S BILL SOUTH USA 2o.sei ATAT USA 81.319 DIUffCHB-TIUCOM ITALIA GERMANIA-ITALIA «9.878 {IPOTESI] GIAPPONE 78.099 US WEST USA 18.238 SPRINT USA 14.874 LA CLASSIFICA: DEI MAGGIORI GRUPPI 01 TELECOMUNICAZIONI PER FATTURATO 1997 [IN MILIONI DI DOLLARI] SULLA BASE DEI DATI CONTENUTI NEL RAPPORTO DELL'OCSE SULLE TELECOMUNICAZIONI 1999 CABLI AND WIRILBSS GRAN BRETAGNA 13,888 TILSTRA AUSTRALIA 11.888 DUI GIAPPONE 9738 OLANDA! 7931 I PIÙ* BRANDI IN RETE Il numero uno di Deutsche Telekom, Ron Sommer