Dieci ore di riunione. Rinviata la conferenza stampa londinese. Bernabò: «Un'alleanza alla pari» Telecom, consiglio fiume su Deutsche Oggi si decide. D'Menta prepara la «golden sbare» di Ugo Bertone

Dieci ore di riunione. Rinviata la conferenza stampa londinese. Bernabò: «Un'alleanza alla pari» Telecom, consiglio fiume su Deutsche Oggi si decide. D'Menta prepara la «golden sbare» Dieci ore di riunione. Rinviata la conferenza stampa londinese. Bernabò: «Un'alleanza alla pari» Oggi si decide. D'Menta prepara la «golden sbare» Ugo Bertone ROMA «Il consiglio Telecom si è riunito per esaminare i termini di un accordo industriale con Deutsche Tolekom che assumerà le vesti di un merger of oquals. L'esame continuerà oggi». Tutto qui. L'ultimo primato, in casa Telecom, riguarda la durata del consiglio di amministrazione. Non sono bastate dieci ore di fila, infatti, a varare l'operazione del secolo, anche se dallo scarno comunicato emerge che Bernabò ha già presentato un progetto a tutto campo, capuce di supertare le prime obiezioni sul contenuto dell'intesa (la pariteticità, innanzitutto). Si riprende oggi, a ranghi completi, per esaminare il complesso delle iniziative richieste dall'alleanza industrialo con Deutsche Telekom. Una battuta d'arresto? No, sottolineano fonti del gruppo, il clima è molto positivo, ma la partita ò gigantesca ed è vietato sbagliare (chi dimentica gli annunci delle alleanze con Ibm, At&t e vili dicendo?). Val la pena aspettare ventiquattr'ore prima di una conferenza vera fissata (chissà) per domattina.. L'unica certezza, per ora, è che la vicenda Telecom è destinata a riservare, giorno dopo giorno mille sorprese. Oppure, ad a ossere maliziosi come Roberto Colaninno, amministratore delegato dell'Olivetti, sospettare che «qui gatta ci cova...». Ma lo schieramento di politici e consulenti, in Italia e in gennania, ò tale da mettere al riparo da colpi di scena sulla trattativa. Lo stesso Ron Sommer, numero uno di Di, ha illustrato già nella serata di venerdì a Bruxelles, al commissario alla concorrenza Karel Van Miert, la cornice dell'accordo discusso con Bernabò. Si è saputo, inoltre, che al tavolo delle trattative si è seduto un personaggio del calibro di Klaus Kinkeì, ex ministro degli esteri di Bonn, da marzo consulente di Dt. Ed in Germania, in contemporanea con la riuinione del consiglio di sorveglianza del colosso Dt, già escono le confermo sullo schema dell'operazione studiata dai due colossi della telefonia: una società sul modello «DaimlerChrysler», ovvero lo scambio dei titoli tra le due aziende, sulla base di un complesso rapprto di concambio, attraverso la creazione di una società per azioni fittizia da parte di una banca. Reasta il nodo dei rapporti con France Telecom che, si assicura a Bonn, non saranno interrotti dall'asse italiano. Ma, prima delle operazioni tecniche, occorre rimuovere i «nodi» politici, senza dimenticare l'Opa Olivetti che partirà comunqe, anche se, con grande diplomazia, il fronte Colaninno non si è precluso alcuna ipotesi. E non si può trascurare il fatto che ieri la cronaca si è chiusa con un ribaltone rispetto alle previsioni più prudenti: doveva essere, infatti, la giornata della ratiiica, da parte del consiglio Telecom, delle proposto di Ettore Bernabò in vista della trattativa con la tedesca Deutsche Telekom. Una formalità o poco più, al punto che la solerte struttura Telecom già aveva predisposto il ponte stampa con Londra, meta scelta per la conferenza congiunta tra Bernabò e Ron Sommer, numero uno di Deutsche. Ed invece, ora dopo ora, il consiglio si e trasformato da formalità a maratona irta di ostacoli, ancora in corso a tarda sera. Inevitabile il rinmvio della consacrazione londinese, forse a domani, forse a data da destinarsi. Niente di eccezionale, se si pensa che solo ieri, per la prima volta, l'agguerrito consiglio del colosso telefonico, ha avuto modo di conoscere in oresa diretta le condizioni di quello che, una volta avviato, potrebbe essere l'affare del secolo. Ma, di fronte all'incalzare dell'Opa Olivetti, anche il tempo ha il suo valore... Eppure le premesse, sia sul fronte polico che su quello finanziario, non sembravano così negative quando, in tarda mattinata, i consiglieri sono affluiti nella sede romana della società. Il premier Masismo D'Alema aveva appena concluso il suo consueto incontro stampa del lunedì, affermando, a proposito di Telecom, che l'ipotesi Deutsche era «interessante». Certo, aveva aggiunto il premier, «abbiamo la necessità di capire bene su quali basi questa intesa potrebbe essere raggiunta». «C'è una questione di responsabilità politica - ha aggiunto D'Alema - che richiede un approfondimento dopo il primo contatto con il governo tedesco». E, a proposito della «golden share», il presidente del Consiglio, si è limitato a dire che «è uno strumento previsto dalla legge. Non lo si annuncia. Semmai, se si vuol usarlo, lo si usa». Giusta pretattica, in vista della prossima riunione, prevista per domani, del comitato riunito proprio per definire la cornice della «golden share», un'arma, ammonisce il ministro delle Poste Salvatore Cardinale, che «non può essere usata come una mazza». E cosa succederà all'Olivetti? «La sua Opa - assicura Cardinale - resta valida». la PftW grande fusione al mondo LA CLASSIFICA DELLE MAGGIORI OPERAZIONI FINANZIARIE DI TUTTI I TEMPI DATI IN MILIARDI DI DOLLARI Opoitiiioni IVtkkIo ; Vciloio Franco Bernabò

Luoghi citati: Bonn, Bruxelles, Germania, Italia, Londra, Roma