« E ora ricominciamo da Berlino » di Emanuele Novazio

« E ora ricominciamo da Berlino » «Il trasferimento da Bonn non significa rottura ma lo sforzo di creare una identità comune» « E ora ricominciamo da Berlino » // cancelliere Schroeder inaugura il Reichstag Emanuele Novazio corrispondente da BONN «Il trasferimento del Parlamento da Bonn a Berlino non rappresenta una rottura nella continuità della storia tedesca del dopoguerra: non veniamo a Berlino perché a Bonn qualcosa non ha funzionato». Nel giorno in cui la Germania recupera simbolicamente la propria normalità - con l'inaugurazione del Reichstag completamente rinnovato all'interno e sormontato da una cupola di vetro - Gerhard Schroeder presenta alla Germania un duplice bilancio. Il bilancio dell'unificazione, dieci anni dopo la caduta del Muro e nove anni dopo la proclamazione dell'unità: soddisfacente, anche se non privo di ombre e certamente non definitivo. E il bilancio del cammino compiuto dal Paese in 54 anni di democrazia, dopo le devastazioni del nazismo e della guerra: un bilancio senza ombre che pro¬ prio il «ritorno al Reichstag» 66 anni dopo l'incendio del febbraio '33 - riassume. Il recupero di uno degli edifici tedeschi più gravidi di storia esalta questa doppia prospettiva: da una parte il trasferimento a Berlino dei 669 deputati e del governo, che diventerà operativo soltanto nel tardo autunno, sposta all'Est il cuore politico del Paese e da nuovo vigore all'unificazione. Dall'altra, suggella simbolicamente il lungo cammino della democrazia tedesca. Nella sua prima dichiarazione di governo nel nuovo Reichstag, ieri, Schroeder ha sintetizzato al meglio la sfida della Germania riunita intorno alla nuova capitale: «Non si tratta di ipotizzare un'identità pantedesca. Si tratta di costruire un'identità comune dei tedeschi che vivono in Germania», ha detto. Un impegno che il trasferimento a Berlino renderà più facile, secondo il Cancelliere, perché «Berlino simboleggia la Ger¬ mania», mentre per quasi cinquant'anni Bonn ha rappresentato l'Ovest: per chi viveva all'Est, la città renana significava soprattutto lontananza. Alla line, è stata la riunificazione a rendere possibile il ritorno al Reichstag: anche se «non si è ancora riusciti a colmare il dislivello fra Est e Ovest», ha ammesso il Cancelliere. Ma senza la «democrazia di Bonn», senza la paziente ricostruzione politica e morale compiuta nella quieta «capitale provvisoria» in riva al Reno, non sarebbe stato possibile recuperare politicamente il Reichstag e Berlino, avverte Schroeder. Per questo non nascerà nessuna «Repubblica di Berlino»: «11 trasloco significa certamente un ritorno nella storia tedesca. Ma paragonare il Reichstag con il Reich sarebbe come equiparare Berlino al centralismo prussiano: anche cambiando capitale, la Germania continuerà a essere la Repubblica Federale». I deputati ascoltano il discorso inaugurale del nuovo Reichstag

Persone citate: Gerhard Schroeder, Schroeder