Eserciti di ombre

Eserciti di ombre TACCUINO DELLA ©SSBNiFORMAZROME Eserciti di ombre Lietta Tornabuoni ELLA guerra senza volto, soltanto i profughi straziati sono visibili. Altro che civiltà dell'immagine: è come se una tenace clandestinità visuale circondasse l'universo bellico. Non c'è il fronte, non ci sono immagini dal fronte e neanche dalle undici basi militari americane installate in Italia, da dove partono i bombardieri. Non ci sono visi di combattenti, di piloti: gli unici di cui conosciamo i lineamenti sono i tre americani catturati, maltrattati, esibiti dai serbi e tuttora loro prigionieri. Altrimenti non s'è visto nessuno, soltanto due o tre uomini di vertice, il generale in capo, il portavoce e il segretario Nato: come in «Star Trek» o nei fumetti, pare che a fare la guerra siano esclusivamente loro, ogni altro essere umano risulta evanescente, inesistente. A Belgrado, lo stesso: le sole immagini arrivate fino a noi sono folle senza faccia oppure Milosevic che riceve Rugova o altri nello stile sovietico d'un tempo, poltroncine di legno, fraterna affabilità, cerimoniosità burocratica, acqua minerale, mele gialle in piramide su piatti di ceramica, portacenere di metallo, tovagliette. Non si vedono i visi né i corpi dei guerriglieri dell'Uck, dell'esercito di liberazione del Kosovo: almeno, telegiornali e giornali italiani non ne intervistano né fotografano i combattenti (50.000, secondo loro; 5000, secondo altri), il portavoce Avdija Ramadom, il rappresentante politico Bardhyl Mahmuti che è un ex studente poliglotta di scienze politiche, ex detenuto per sette anni nelle carceri serbe. Eppure, tra gli eserciti di ombre che combattono questo conflitto orribile, quello dell'Uck è in questo momento il più interessante. Da tempo viene indicato come coprotagonista di un complotto anti Belgrado denunciato dai serbi, articolato in tre fasi: provocazione d'una guerra civile, intervento militare straniero, instaurazione di governi-fantoccio. Giorni fu ha catturato un ufficiale serbo, per rispetto della forma l'ha consegnato al governo albanese che a sua volta l'ha consegnato a militari degli Stati Uniti: la trafila è abbastanza eloquente, ma quasi nessuno dice, scrive, ipotizza che l'Uck sia sostenuto, finanziato, armato dagli americani. La disinformazione si esercita sul presente e sul passato, meno sul futuro. Neppure sembra immaginare l'Uck (che assicura di possedere soltanto armamenti leggeri, d'aver quadruplicato i propri soldati con l'arrivo di volontari da Germania, Italia o Svizzera, di finanziarsi con i versamenti degli albanesi all'estero) come un'avanguardia o un succedaneo di quelle truppe di terra che la Nato esita, per fortuna, a mettere in campo.

Persone citate: Avdija Ramadom, Lietta Tornabuoni Ella, Milosevic, Rugova

Luoghi citati: Belgrado, Germania, Italia, Kosovo, Stati Uniti, Svizzera