Italia-Serbia, sfiorata la battaglia aerea di Maurizio Molinari

Italia-Serbia, sfiorata la battaglia aerea L'episodio il 9 di aprile, gli assalitori abbattuti da caccia americani sul loro territorio Italia-Serbia, sfiorata la battaglia aerea F-104 italiani sono decollati perfermare due Mig Maurizio Molinari ROMA I Mig-29 di Belgrado hanno ripetutamente sfidato la difesa aerea schierata dalla Nato sui cieli dei Balcani e dell'Adriatico dall'inizio dell'operazione «Forza Alleata» e si è sfiorato, almeno in un'occasione, il duello con i velivoli italiani. L'episodio è avvenuto il 9 aprile, quando due Mig-29 jugoslavi si sono levati in volo da un aeroporto militare nei pressi di Belgrado. Gli aerei-radar «Awacs» della Nato - che sorvegliano il territorio jugoslavo 24 ore su 24 appena rilevati i due decolli hanno fatto scattare il sistema di difesa integrata dell'Alleanza. Così una fonte ufficiale del comando alleato di Vicenza ricostruisce quando avvenuto: «Due caccia statunitensi impegnati nel pattugliamento permanente dei cieli si sono diretti immediatamente verso i Mig-29 e il loro posto è stato preso da due F-104 decollati dalla base di Amendola». «I nostri aerei si sono levati in volo per coprire lo spazio aereo», conferma il comandante italiano dello Stormo di Amendola, Settimio Caputo. Così mentre i due aerei Usa incrociavano ed abbattevano gli «intrusi» prima ancora che lasciassero lo spazio aereo jugoslavo alle loro spalle erano i due F-104 italiani a pattugliare. «Nel caso in cui i Mig-29 fossero riusciti a superare i caccia americani vi sarebbe stato forse il duello nel cielo con quelli italiani», spiega il portavoce mihtare della Nato, generale Giuseppe Marani, secondo cui «i velivoli italiani sono stati impegnati in uno spazio della difesa aerea che era rimasto vuoto». «Non posso confermare se quei Mig - ha aggiunto il generale Marani - erano diretti verso la Bosnia o l'Adriatico ma se intendevano farlo dovevano avere un bel coraggio» dato l'imponente schieramento di difese aeree, navali e terrestri che li avrebbe accolti. «In un'altra occasione due Tornado italiani in pattugliamento sui cieli della Puglia spiegano alla Nato - sono stati spostati verso un'area abbandonata da caccia americani impegnati in combattimento». Nessuna fonte Nato conferma invece la ricostruzione fornita dall'Ansa secondo cui i Mig avrebbero invertito la rotta all'arrivo degli F104. «Non sono al corrente del "duello" sull'Adriatico ma di azioni di interdizione contro i Mig jugoslavi che avevano intenzioni ostili contro le forze alleate», afferma il ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio. In altre tre occasioni i Mig hanno infatti tentato di uscire dallo spazio aereo jugoslavo, spiegano al comando V Ataf di Vicenza. Il 24 marzo due velivioli serbi sono stati abbattuti da una pattuglia mista americana ed olandese mentre si dirigevano verso la Bosnia: uno cadde prima ancora di superare il confine serbo. Nei giorni seguenti un altro Mig-29 è stato distrutto da un caccia Usa sulla pista dell'aeroporto prima ancora che potesse decollare. Il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, è intervenuto ieri sugli sviluppi della guerra affermando che «è necessario proseguire l'azione muitare con fermezza» davanti «al preoccupante atteggiamento criminale della Serbia» ma che «l'ipotesi di un attacco terrestre è esclusa dalla Nato». D'Alema ha poi chiesto alla Russia di «impegnarsi per sostenere l'azione del Segretario generale delle Nazioni Unite». Alla Farnesina si è intanto recata ieri una delegazione dell'Esercito di Liberazione del Kosovo (Uck), impegnata in una serie di consultazioni con i ministeri degli Esteri europei. Il portavoce Japut Krasnici e Bilafi Sherifi (già membro della delegazione a Rambouillet) si sono incontrati con il capo del desk-Balcani. La prima visita alla Farnesina dell'Uck - seppur senza veste politica - non è destinata a migliorare i rapporti con Belgrado, molto tesi dopo il richiamo dell'ambasciatore Riccardo Sessa. Verdi e Comunisti unitari avvertono anche il pericolo di una imminente chiusura della nostra sede diplomatica in Jugoslavia. La crisi dei Balcani sarà oggetto domani di un incontro fra il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, ed una delegazione dell'Organizzazione della Conferenza Islamica guidata dal ministro degli Esteri iraniano, Kemal Kharrazi. D'Alema ribadisce «L'azione militare continua ma la operazione terrestre non è prevista» LAènvne