Il pungente Argomento Curdo di Pierluigi Battista

Il pungente Argomento Curdo TACCUINO PACIFISTA Il pungente Argomento Curdo Pierluigi Battista In un lungo articolo pubblicato su Repubblica Susan Sontag, dopo aver respinto alcune tra le più insidiose obiezioni politiche e culturali all'intervento Nato contro la Serbia, osserva non senza sgomento: «E' impossibile vedere i futuri sviluppi di questa guerra. Tutte le opzioni sembrano improbabili, oltre che indesiderabili». Ma come, non dovrebbe essere il primo dei doveri di chi decide un intervento militare di così massicce dimensioni e in uno dei gangli nevralgici dell'equilibrio europeo esaminare i «futuri sviluppi» di una guerra? Ed è possibile partire per una missione così rischiosa con la quasi certezza che tutte «le opzioni sembrano improbabili» e per di più sono anche «indesiderabili»? Naturalmente non è compito di un'intellettuale pur così attenta come la Sontag disegnare «scenari» e «sviluppi» che competono piuttosto agli strateghi militari e ai responsabili politici e anche da parte di questi ultimi sarebbe ingeneroso esigere a priori la conoscenza e la previsione al dettaglio di un'impresa bellica che contiene un'infinità di rischi e di variabui. Resta tuttavia l'impressione di una certa deliberata trascuratezza sugli obiettivi realisticamente raggiungibili dovuta non già a sciatteria e disattenzione ma al contrario a un eccesso di enfasi sui «valori», a una sottolineatura del carattere «etico» di un'iniziativa di cui si intende piuttosto sottolineare l'urgenza «morale» che non il carattere politico e militare, come se un'emergenza umanitaria indifferibile, un'ansia di soccorso immediato rendesse tragicamente secondaria la fredda questione del «co¬ me» e del «dove» raggiungere il risultato più utile. Forse che quando si tratta di soccorrere un moribondo in lotta contro il tempo si sta lì ad arzigogolare sul «come» e sul «dove»? Si fa. Si soccorre. Punto e basta. Solo che questa urgenza morale rende ancora più pungente quello che Adriano Sofri sull'Unità chiama efficacemente l'Argomento Curdo (perché in Kosovo sì e in Kurdistan no?). Infatti secondo una logica politica e militare «realistica» in cui si tengono in debito conto i «futuri sviluppi» di un intervento bellico l'Argomento Curdo è agevolmente aggredibile mettendo in gioco le varianti pragmatiche e geostrategiche di un'azione militare, mentre in una guerra dominata da quello che sofrianamente potrebbe essere definito l'Argomento Umanitario l'attenzione spasmodica al dramma dei deportati kosovari e la sistematica indifferenza a quello dei curdi rischia di determinare uno squilibrio detestabile tra gli ultimi dell'umanità che non meritano «ingerenza» di sorta e i penultimi che scatenano un'«ingerenza» di incalcolabili proporzioni. Disparità che nel mondo dei «primi» non può essere ignorata come se non esistesse.

Persone citate: Adriano Sofri, Sontag, Susan Sontag

Luoghi citati: Kosovo, Kurdistan, Serbia