Ore 1,25? la Waterloo dei sondaggi di Bruno Vespa

Ore 1,25? la Waterloo dei sondaggi Pagnoncelli: una notte d'inferno, mi hanno cambiato tutti i seggi, che potevo fare? Ore 1,25? la Waterloo dei sondaggi Borrelli: fatto solo il nostro dovere Mentana: hanno voluto esagerare Pino Corrias MILANO Una prece per il untissimo Nando Pagnoncelli, simpatico capoufficio Abacus con guance rosa e cravatta grigia. In subordine una prece per il direttore del Tgl Giulio Borrelli che ha voluto strafare, in due ore di chiacchiere e che dopo la buonanotte delle zero-trenta («bye bye a domani, guardate il Tgl») e rimasto strafatto. Ma una prece specialmente per la politica italiana che dopo 27 giorni di astinenza televisiva - sfrattati da una realissima guerra con morti, sofferenze, profughi, fame, fango è riapparsa con tutto il suo mondo virtuale, indossando Caraceni su facce abbronzate e ben nutrite, pipette, erre mosce, a contendersi due ore di Nulla, prima del gelido responso numerico che li ha svegliati (prima) e messi a dormire (poi). Pagnoncelli a nanna non ci è andato proprio («In albergo non sono riuscito a dormire»). E già alle 3 e 17 di notte, un paio d'ore dopo il flash del Viminale che solarizzava i suoi pronostici e il Referendum, si scusava tramite agenzia: «E' la prima volta dal 1992 che sbagliamo, ci dispiace». In mattinata nuovo giro di scuse: «Avevamo seicento sezioni campione. E siamo stati in grado di calcolare gli orientamenti degli elettori, centrando perfettamente le percentuali di Sì e di No..,». Perfettamente. «Purtroppo, essendoci 350 mila nuovi elettori ed essendoci un astensionismo magmatico, difficilmente prevedibile per i suoi comportamenti nonpolitici, il margine d'errore è diventato cruciale. Mi rammarico di non avere sottolineato con più forza che il nostro dato era incerto con un possibile discostamento di uno o due punti. Cosa che è avvenuta per 197 mila voti». E candidamente ammette: «Ma scusi, i seggi elettorali sono stati ridotti da 90 a 60 mila... Mi hanno smembrato certe sezioni in tre, in quattro, mi hanno cambiato tutto... Mi dica lei, in queste condizioni, cosa ne potevo sapere io di come avrebbe votato la gente?». Che di per sé è una dichiarazione nucleare, ingentilita (però) da mestizia persino disarmante: cosa ne poteva sapere? Armatissimo (per converso) Giulio Borrelli che non vuol sentir parlare di bidone: «Siamo messi sotto tiro dalle piccole gelosie, dalle piccole polemiche. E certo non parlerò di questo spettacolo indecoroso. Abbiamo fatto fino in fondo il nostro dovere - dice sicuro offrendo un spettacolo di altissimo livello. A qualcuno, spero, non sarà sfuggito che per la prima volta c'erano in studio tutti i maggiori leader politici italiani. Che per la prima volta Berlusconi e Di Pietro erano in diretta insieme. Che per la prima volta Cossutta e Bertinotti erano seduti uno di fianco all'altro. Che per la prima volta Fini e Veltroni hanno accettato di comparire insieme...». Come no: per la prima volta e forse l'ultima. Ma Borrelli non ci sente: «Era un'esclusiva sensazionale: il dibattito è stato d'altissimo livello, si è capito molto di quello che non si era capito durante tutta la campagna elettorale, le divisioni all'interno degli schieramenti, gli scenari futuri, i suoi riverberi sul Quirinale... Cose importanti...». Talmente importanti da dimenticare un solo dettaglio: il quorum. Ma Borrelli non ci sente: «Se permette una battuta: meno male che qualche voglia i sondaggi sbagliano. Se fossero sempre esatti a qualche politico potrebbe venire in mente di abolire le elezioni vere, giusto per risparmiare i mille miliardi di ogni competizione». Sarà davvero una battuta? Ma sì: «Guardi i fatti: abbiamo chiuso dando la staffetta al tg e cosa importa poi se Mentana ci ha battuto di un minuto? Mentana, poi, che ha mascherato una trasmissione in defaillance, con gli identici dati nostri, mescolando guerra e politica che non c'entrava niente, ma con il colpo finale di avere in diretta il Viminale...». Il colpo finale, dice Borrelli. E Mentana ride perfettamente allegro: «La cosa divertente è che Borrelli ba voluto fare una trasmissione monstre, diciamo un Frankenstein della politica in tv, con tutti i pezzi assemblati. Per due ore si è coccolato il mostro che aveva creato. Poi ha spento la luce e quando non c'era più nessuno in studio, Frankenstein si è svegliato e addio». Più seriamente: «Secondo me l'errore di Raiuno era nel manico: tutti sapevano che la sola cosa importante era il quorum, perciò quello doveva essere il filo da tirare con continui aggiornamenti giornalistici. Cosa c'entrava il dibattito? Se stai aspettando che ti aggiustino l'antenna è inutile chiamare i critici tv a discuterne. La cosa ridicola è che i politici, invece, abbiano accettato». A proposito di politici: il loro ammaestratore più suasivo, l'immancabile Bruno Vespa che per una volta («da 27 anni più o meno») è mancato all'appuntamento, trasecola così: «Ho assistito a questa sorprendente innovazione dei politici. Per due decenni, il rituale è stato ferreo: alle dieci e mezza parlano i peones. Un'ora dopo arrivano in tv i numeri due, e solo a notte alta, dopo centocinquanta controlli, si facevano vedere i segretari. Stavolta, invece...». Che sia stata la prolungata astinenza? «Non lo so». In quanto alla figuraccia di Borrelli? «Non commento mai il lavoro dei colleghi». E poi felicemente gelido: «Specialmente gli infortuni». «Contro gli infortuni ci vuole fortuna - dice un perfetto Nicola Piepoli, sondaggista Cirm, concorrente Abacus - perché gli incidenti di percorso sono sempre in agguato». Vero, ma sarebbero bastati più disincanto, un po' di prudenza e una vecchia battuta: se Mose avesse dato retta ai sondaggi, mai e poi mai avrebbe attraversato il Mar Rosso. IL REFERENDUM DEL 18 APRILE AVENTI DIRITTO Al VOTO VOTANTI ASTENUTI IL REFERENDUM NON HA RAGGIUNTO IL QUORUM DEL 50% PILI1 UNO II direttore del Tgl «Per fortuna ogni tanto i sondaggisti sbagliano, altrimenti perché votare?» Nelle due foto a sinistra Giulio Borrelli (direttore Tgl) ed Enrico Mentana (direttore Tg5) Vespa: non commento gli errori dei colleghi Piepoli: gli incidenti sono in agguato Qui sopra Nando Pagnoncelli dell'Abacus ' Il conduttore di Porta a Porta Bruno Vespa

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