«Il quorum mancato? Colpa dei democratici»

«Il quorum mancato? Colpa dei democratici» «Il quorum mancato? Colpa dei democratici» Cossiga: e al Quirinale potrebbe restare Scalfaro ROMA «Io ero stato tra i sostenitori del referendum. Ma poi ho preso le distanze quando ha prevalso ne! comitato del sì l'atteggiamento antipartitico. E' stato questo atteggiamento, di cui o responsabile principalmente il senatore Di Pietro, a trattenere una parte dell'elettorato dal recarsi alle urne e a far fallire il referendum domenica». Francesco Cossiga, in partenza per la Grecia, non è particolarmente preoccupato del fallimento della consultazione referendaria sulla legge elettorale. Ma ha ben chiare le conseguenze che avrà rispetto alle prossime scadenze politiche. Tutta colpa di Di Pietro, senatore? «E di Prodi. Hanno strumentalizzato il referendum, caricandolo di inaccettabili contenuti contro il sistema democratico dei partiti, con forti, ridicole polemiche tra il qualunquismo e il salazansmo. La responsabilità grave di questo pesa sui Democratici e sulla frettolosa e non attenta posizione assunta da Veltroni». Per Mario Segni, invece, la colpa è di Marini e Berlusconi. Lei che ne dice? «Mi sembrano in realtà non giuste e ingenerose le accuse e gli apprezzamenti formulati dall'amico Mario Segni nei confronti delle posizioni assunte da Berlusconi e Marini. Berlusconi non ha mai nascosto le sue perplessità sull'approdo finale del referendum, né la sua strumentalizzazione in direzione di uno stravagante bipartitismo all'americana. Marini, come molti di noi, non fa altro che rivendicare l'originalità e l'attualità del pensiero e della tradizione popolare italiana ed europea. Accusarlo di paititocrazia significa mettere sotto accusa il sistema politico della nuova Europa». Lei che suggerisce ai referendari? «Io mi auguro che Segni e i suoi amici, terminata la sarabanda referendaria, diano il loro intelligente contributo alla ripresa delle politiche per le riforme, la cui importanza è stata giustamente oggi confermata dal presidente del Consiglio Massimo D'Alema con un appello alla sua maggioranza, ma anche all'opposizione. La responsabilità delle riforme grava infatti soprattutto su D'Alema, Berlusconi e l'intera famiglia popolare. Ad essa non può che associarsi, per le sue convinzioni, Fini». Cosa succederà adesso? «Bisognerà riprendere il cammino della legge elettorale. Ma non sarà facile. Vedo i rischi di una balcanizzazione del Parlamento, per il modo in cui è stata condotta finora questa crisi intemazionale. Io sono sempre stato filoatlantico e resterò tale. Come si dice: "Right or wrong, with my country". L'altra volta, quando ho parlato sulla guerra, mi sono rifatto al discorso di Blair. Stavolta dirò semplicemnte "Wrong with my country"». Che conseguenze avrà il voto del 18 aprile sulla corsa per il Quirinale? «Con il Parlamento in questa situazione il rischio di dare uno spettacolo penoso esiste. Proprio per questo sarebbe più giusto confermare Scalfaro, dato anche il momento di delicata transizione delle istituzioni nazionali e di acuta crisi internazionale. Mi auguro che la proposta venga accolta dall'arco più vasto di forze parlamentari». [r. L] Francesco Cossiga: ieri è stato ad Atene per le cerimonie commemorative del primo anniversario della scomparsa del presidente Karamanlls

Luoghi citati: Atene, Europa, Grecia, Roma