DUE PROPOSTE PER VENIRNE A CAPO

DUE PROPOSTE PER VENIRNE A CAPO DUE PROPOSTE PER VENIRNE A CAPO Massimo Luciani L«j INCREDIBILE notte del 18 aprile ci offre uno strumento senza precedenti per l'analisi del voto referendario. Per la prima volta, infatti, non conosciamo soltanto la posizione delle forze politiche sulle prospettive conseguenti al risultato della votazione, ma anche quella che avrebbero tenuto se l'esito fosse stato esattamente rovesciato. Le dichiarazioni rese in televisione quando il raggiungimento del quorum era ancora virtuale, ma dato incautamente per scontato, sono illuminanti, e la dicono lunga su quale sarebbe stato lo scenario politico aperto dalla vittoria del sì. Non appena diffusi i (virtuali) risultati, infatti, è partito un impressionante fuoco di sbarramento contro l'ipotesi di approvare in Parlamento una legge elettorale a doppio turno. L'azzardata scommessa di usare il sì al referendum come ariete per ottenere questo risultato si dimostrava subito perduta. Fini legava il proprio consenso al doppio turno alla parallela approvazione di un «vero» presidenzialismo. Berlusconi diceva chiaro e tondo che piuttosto che cedere al doppio turno preferiva andare al voto con la legge uscita dal referendum; i piccoli partiti del centro sinistra facevano capire che la loro disponibilità a un ulteriore indurimento del bipolarismo era inesistente. Morale: la vittoria del si avrebbe causato una paralisi politica che avrebbe fatto correre il concreto rischio di trovarsi a votare, a scadenza, con lo strampalato sistema prodotto dal quesito referendario. Vedremo se la vittoria degli astensionisti aprirà qualche prospettiva in più per le riforme. Un po' di ottimismo si potrebbe nutrire, in astratto, perché dal voto del 18 aprile il quadro politico esce stabilizzato, come pure escono rafforzate le intese probabilmente già raggiunte per il Quirinale. Il tavolo delle riforme si potrebbe, dunque, riaprire. Occorrerebbero tuttavia due condizioni: che i vincitori vedessero i limiti della loro vittoria e capissero che solo un intervento riformatore potrebbe pacificare il quadro istituzionale: che l'intesa fosse la più ampia possibile. Una riforma imposta da una piccola maggioranza non sarebbe vitale, e le tensioni non scomparirebbero. Per esser chiari: anche se ci fossero i numeri in Parlamento, pensare di imporre il doppio turno di collegio o il semipresidenzialismo, in queste condizioni, sarebbe assurdo. Riprende quota, invece, la prospettiva di una «copiatura» del modello istituzionale tedesco (il Cancellierato), che nella prima fase della Bicamerale era stato sostenuto anche dal centro sinistra e oggi può trovare l'approvazione di Forza Italia. E riprende quota anche l'ipotesi dell'adozione di un sistema elettorale analogo a quello della Germania (misto, ma con sbarramento elettorale per i piccoli partiti), magari con l'aggiunta di un premio di maggioranza in funzione di ulteriore stabilizzazione. Sarebbe, credo, un risultato eccellente. Per raggiungerlo, però, servirebbero la lungimiranza degli odierni vincitori e il realismo degli odierni sconfìtti. Prudenza vuole, allora, che all'astratto ottimismo si sovrapponga un sano, concreto pessimismo. ROMA. Il giorno dopo il mancato raggiungimento del quorum, esultano i sostenitori del «no» all'abolizione della quota proporzionale, mentre il fronte del «sì» si divide. Se le critiche di Massimo D'Alema sono indirizzate a Di Pietro (che replica prontamente), quelle di Segni hanno come obiettivo Berlusconi. L'esito della consultazione proietta il dibattito sull'elezione del Presidente della Repubblica. Il leader del ppi Marini rilancia la riconferma di Scalfaro, ma Berlusconi boccia la proposta come una grave provocazione. SERVIZI DA PAG. 2 A PAG 7 agrigento «0,4 vib0 valentia •1,1 LA GEOGRAFIA PEL VOTO province con la minore e maggiore percentuale di votanti r0t0ne .«.«ut,.-™. Q REGGIO CALABRIA 'M JENNA caltanisetta nuoro VENEZIA ■«,1 64 9 MODENA «4,8 ferrara reggio emilia 44 9 bologna 49,4% media nazionale 60,0 forlì' cesena 61,1 ravenna padova roma 31,6 l'affluenza nelle principali province fonte: ministero dell'interno NAPOLI i 39,6 Palermo!

Persone citate: Berlusconi, Di Pietro, Massimo D'alema, Massimo Luciani, Prudenza, Scalfaro, Segni

Luoghi citati: Germania, Modena, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Venezia