E il tedesco non esulta ai gol

E il tedesco non esulta ai gol E il tedesco non esulta ai gol «Una promessa che avevo fatto ai tifosi» UDINE Alberto Zaccheroni appare alle 15,34 dal sottopassaggio. Inseguito dalle telecamere si avvia a passi decisi verso la Curva Nord, la curva dei tifosi dell'Udinesi. E' un'ovazione: certe cose irra si dimenticano. Passano un paio d'ore, e lo stesso nome, gì stessi slogan rimbalzano dalla parte opposta dello stadio. E il popolo milanista a essere li festa: adesso vede lo scudetto da vicino, da molto vicino. «E' un risultato importante, molte importante, questo di Udini. Ci permette infatti di spostare il mirino sull'obiettivo scudetto - commenta Zaccheroni insala stampa -. Attenzione, però: l'essere arrivati a un punto dalla Lazio non significa che ce l'abbiamo fatta. No, davanti abbiamo sempre una squadra molto forte, completa in tutti i reparti, soprattutto costruita per vincere subito lo scudetto. E poi non dimentichiamoci la Fiorentina: secondo me non è ancora tagliata fuori. Il nostro calendario è più facile? No, non credo proprio. Noi viviamo alla giornata. Però posso dire una cosa: c'è una grande convinzione in noi. Ho visto adesso negli spogliatoi un gruppo caricatissimo. Volevamo costruire in questa stagione un Milan competitivo, non avevamo pensato allo scudetto. Però se adesso sappiamo dare continuità a questo risultato...». «Noi dobbiamo crederci - gli fa eco Oliver Bierhoff -: ed è stato importante far vedere che ci siamo». E racconta, Oliver, anche un piccolo retroscena. Già: volete sapere qual è stato il segreto di questa vittoria? L'essersi allenati tutta la settimana, partitella del giovedì compresa, con i palloni della marca utilizzata abitualmente dall'Udinese. E' stata, ovvio, una giornata particolare per Zaccheroni e Bierhoff: Udine vale ora un futuro che inizia a tingersi di tricolore, ma porta con sé anche tanti ricordi. E, per il tedesco, ha significato anche tanti fischi: perché ai tifosi bianconeri le esultanze esagerate di San Siro all'andata non erano ancora andate giù. Ed ecco, allora, tante disapprovazioni per il bomber tedesco. «Il pubblico friulano mi ha deluso» ha detto chiaro e tondo Zaccheroni. Il tedesco invece glissa, fa finta di niente, e spiega che se non ha festeggiato dopo i suoi due gol è perché cosi avevo promesso ai rappresentanti degli ultras udinesi che aveva incontrato sabato in ritiro. «Comunque - aggiunge - per me è stato bellissimo tornare in questo stadio dove ho vissuto anni indimenticabili». Se è facile immaginare con quali sorrisi stampati sulle labbra se ne son tornati a casa i rossoneri, altrettanto facile è immaginare l'atmosfera in casa friulana. A iniziare da Valerio Bertotto, l'uomo che, con quel fallo di mano al 15' del primo tempo, ha aperto la strada alla vittoria rossonera: «Ero sbilanciato - si giustifica -, non mi sarei mai sognato di toccare il pallone...». «Eppure ci siamo - si fa invece coraggio Guidolin -. Una partita così dobbiamo dimenticarcela in fretta e cancellarla definitivamente dalla memoria. Noi dobbiamo ripartire per raggiungere quel risultato che, vista la classific attuale, ritengo che sia ancora possibile,vale a dire una qualificazione europea. Noi ci crediamo». [f. f.] Zaccheroni: «Sposto il mirino sul titolo e vedo la mia squadra davvero caricatissima» Bierhoff con il premio per i suoi gol nel '97-98 a Udine A sin. Weah festeggia 100 gare nel Milan

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