La guerra dei clan incubo della Lazio
La guerra dei clan incubo della Lazio Con il Milan a un solo punto, toma il fantasma dello scudetto perso da Èriksson all'ultima giornata La guerra dei clan incubo della Lazio Cragnotti: spero in arbitri giusti Piero Serantoni ROMA Cragnotti tiene conferenza sul marciapiede di via Veneto: «Per adesso siamo tranquilli. Vincere sarà ancora più bello. Abbiamo fallito derby e Juve, solo il primo giocato male. L'altra partita è stata decisa da episodi. Resto fiducioso, siamo ancora in testa. Dovremo lottare fino all'ultimo. Speriamo che gli arbitri siano sempre imparziali, io non credo a congiure. La Lazio c'è, siamo forti e competitivi. Più forti dei rossoneri. Nessun problema fisico, ci sarà da lavorare a livello psicologico. Manca l'abitudine alla lotta scudetto. Mi ha sorpreso il 5-1 del Milan, ma i rossoneri sapevano di avere la grande occasione e l'hanno colta». Forse ha ragione, ma due fantasmi incombono sulla Lazio: il crollo finale della scorsa stagione e quel Roma-Lecce di tanti anni fa, una sconfitta che costò all'allenatore dei giallorossi, proprio Èriksson, la lotta per lo scudetto e il posto a fine stagione. Il tecnico svedese non accetta il confronto tra le due situazioni, ma res'.a comunque il fatto che la squadra di Cragnotti si è mangiata la dote: il Milan è a un punto. Il silenzio stampa voluto da Mesta e compagni non rassicura sulla loro tenuta nervosa. E giovedì arriva il ritomo di Coppa Coppe, con la Lokomotiv Mosca. Anche se rientrano i quattro difensori squalificati e Boksic, è un impegno in più che la Lazio potrebbe poi dover pagare domenica a Genova. Per la cronaca Èriksson non ha ancora firmato il famoso triennale. Un punto nelle ultime tre partite, due sconfitte consecutive all'Olimpico, con Róma e Juve: la crisi biancazzurra comincia con un risultato che sembrava positivo, il pareggio con il Milan, e oggi Zaccheroni fa la figura del profeta. Dopo lo 0-0, il tecnico fu criticato e rispose: «Ai miei ho chiesto di guardare la classifica a fine mese. Vedremo per cosa lottare: scudetto, Champion» League o Uefa». Aprile non è finito e il Milan lotta per lo scudetto. Grazie anche' a una Lazio in media retrocessione, e con tante croci. 1. Èriksson ha perso la mano fatata nei cambi. Infelici le scelte nel derby (il a Boksic e fuori Conceicao), e sabato Lombardo su Henry ha esaltato lo juventino. Dimenti¬ cato Gottardi che forse avrebbe fatto meglio. Boksic, annunciato come* arma decisiva, è sparito in tribuna. Èriksson ha subito il silenzio stampa e rifiuta l'idea di un ritiro punizione. E' un allenatore buono, forse troppo. 2. Troppi clan che non remano insieme, come fanno capire due frasi di Èriksson e Velasco: «Lo spogliatoio - ha detto il tecnico - è più unito oggi che nel derby». «Chi non regge la tensione della lotta scudetto se ne vada in campagna», ha sostenuto a muso duro il direttore generale. Certo è che se la Lazio annuncia un cambio, Conceicao può prepararsi ad uscire, giochi bene come con la Roma o male come con la Juve. Probabilmente Mancini si trova meglio con Lombardo e l'opinione del Mancio conta molto. Poi De La Pena. Spesso invocato a scena aperta dai tifosi, lo spagnolo spinge per giocare anche se in realtà combina poco o niente. Riesce forse solo a far innervosire Mancini, croce e delizia di questa Lazio. Calato Almeyda, mai ritrovato Nedved, il centrocampo laziale soffre con l'ex sampdoriano. Ma tutta la Lazio va in crisi se Mancini siede in panchina. L'impressione è che Conceicao sia finito in mezzo allo scontro tra ex sampdoriani al potere e spagnoli rampanti e ne faccia le spese. Di guerre inteme la Lazio ha già sofferto nella scorsa stagione, mai come adesso deve trovare unità. 3. Salas è in crisi nonostante tanta buona volontà, grande aiuto al centrocampo e bei passaggi a Vieri: ma da uno soprannominato El Matador ci si aspetta il gol e lui non segna dal 7 marzo, 6-1 alla Salernitana. E' costato 85 miliardi la coppia d'attacco laziale: in campionato vale 21 reti, poche anche se su Vieri pesa la lunga assenza. 4. La papera di Marchegiani: alla Lazio sono cambiati tanti giocatori, ma il portiere è sempre lì, da sei stagioni. Un motivo ci sarà. Forse non il massimo nelle uscite, ma si è sempre dimostrato una sicurezza tra i pali. Sabato con la Juve ha commesso l'errore più banale della carriera. Tanti hanno colpe maggiori, ma se la Lazio non vince lo scudetto, troppi sè la prenderanno con Marchegiani che sabato ha festeggiato, si fa per dire, la 300a partita in A. Trentatrè anni a febbraio, l'impressione è che debba preparare le valigie. Christia Vieri, in oppia con Sala non ha dato alla Lazi quel gra de quantitzivo di reti de molti tifisi attendano da due randi protagcLsti del Moidiale di Frani Christia Vieri, in oppia con Sala non ha dato alla Lazi quel gra de quantitzivo di reti de molti tifisi attendano da due randi protagcLsti del Moidiale di Frani
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