La salma in ritardo al suo funerale di Angelo Conti

La salma in ritardo al suo funerale Il corpo «dimenticato» è quello del giovane morto suicida durante una perquisizione La salma in ritardo al suo funerale UMitalia smarrisce la bara tra Torino e Casablanca Angelo Conti L'Alitalia ha «smarrito» il feretro di un marocchino che, spedito dai parenti da Caselle, era atteso sabato pomeriggio a Casablanca per le esequie solenni. La bara è stata subito ritrovata e reindirizzata sullo scalo nordafricano che potrà però raggiungere solo nel pomeriggio di oggi, 48 ore dopo l'orario previsto per il funerale. Il contrattempo ha indignato la comunità marocchina a Torino. Il rappresentante presso la Consulta, Mohamed Zineddine, ha ritenuto di stigmatizzare il comportamento della compagnia di bandiera: «Un bagaglio si può anche perdere per strada, ma una bara no. Il comportamento della compagnia ci ha lasciato di stucco, soprattutto per la totale mancanza di sensibilità. Noi' avevamo regolarmente pagato la fattura del trasporto, che ammontava a 1.940.025 lire, e ci era stato assolutamente garantito il rispetto degli orari. Alle 13,30 ora del Marocco, le 15,30 italiana, di sabato quella bara avrebbe dovuto essere in Africa. All'aereoporto di Casablanca c'erano quasi mille persone ad attendere: aspettavano il corpo di un ragazzo che appartenevi ad una famiglia molto nota, in quella zona. La sua morte aveva destato grande emozione, e c'era stata davvero una vasta partecipazione. E che dire poi della sorella, arrivata apposta da Parigi per accompagnare il fratello in questo suo ultimo viaggio? Una volta scesa dalla scaletta dell'aereo si è sentita dire che il corpo del congiunto era rimasto a Rema». Cosa può essere successo? L'Alitalia, ufficiosamente, par¬ la di «questioni operative legate al poco tempo disponibile fra i duo voli ed anche ad alcuni ritardi per il maltempo». Il feretro, una volta sbarcato a Fiumicino, avrebbe «perso tempo» in qualche magazzino finendo col perdere la coincidenza. Questa vicenda è stato l'ultimo atto di una storia che aveva trovato ampio spazio sui giornali. Quel corpo «dimenticato» era quello di Nafar Bouazza, 28 anni, il trafficante di eroina che il 6 aprile si era lanciato da un terrazzo del quinto piano di corso Vittorio Emanuele 197 durante una perquisizione della polizia. L'uomo, che viveva insieme ad una donna italiana e alla giovane bambina di lei, aveva assistito impassibile al lavoro dei poliziotti, ma poi senza dire una parola - aveva cercato di farla finita, morendo poco dopo in ospedale. Probabilmente perchè, preso atto di quanto era stato recuperato, temeva di essere privato del permesso di soggiorno che aveva ottenuto due anni prima denunciando di essere un operaio.

Persone citate: Bouazza, Mohamed Zineddine

Luoghi citati: Africa, Marocco, Parigi, Torino