«Sconfitti da 3 nemici»
«Sconfitti da 3 nemici» «Sconfitti da 3 nemici» I battuti: una dura battaglia Giuseppe Sangiorglo All'1,30, la grande delusione, dopo le ore dell'ottimismo: non ò stato raggiunto il quorum. Il referendum non è valido. Tutto da rivedere, in particolare le dichiarazioni della prima ora, quando dall'Abacus era uscita una percentuale di affluenza alle urne pari quasi al 52 percento. Cosi, a notte fonda, i volti gioiosi del comito contrario alla quota proporzionale si sono rabbuiati. V. la speranza si è trasformata in delusione. Profonda. Magda Negri e Gigi Brossa, del Comitato per il «sì», si dicono stupefatti. Devono cambiare la loro analisi. Dice Magda Negri: «Evidentemente siamo stati sconfitti da tre nemici molto diversi fra loro, ma insidiosi: la stanchezza dei cittadini che aspettano le riforme e che, di conseguenza, non si sono recati alle unte, la guerra nell'ex Jugoslavia che ha distolto l'attenzione e, soprattutto, l'astensionismo militante del comitato per il "no"». Il professor Gianni Vattimo, in prima battuta, era già stato prudente, adesso è caustico. Dice: «E' stata una grossa delusione. A questo punto non resta che ricominciare tutto da zero o quasi, davanti a noi rimangono altre consultazioni in cui i cittadini potranno esprimersi in maniera più informata. Non vorrei assistere, invece, alla creazione di un comitato Mastella for president». Sconcertati, a Palazzo Civico, gli assessori Paolo Peveraro e Gianni Vernetti, con Alessandro Altamura rappresentanti dello schieramento dei Democratici per il «sì»). «Siamo diventati tutti pazzi», dice Paolo Peveraro. «Purtroppo - aggiunge Vernetti gli italiani si sono fatti ingannare dai predicatori del "no" e dell'astensione, in quest'occasione attivissimi, molto di più e con migliori risultati di quelli che ottenne Craxi al tempo che fu, nell'invitare gli elettori ad andare al mare o ai monti e non ai seggi. Adesso, al di là delle polemiche, purtroppo ci sarà uno stop alla riforma elettorale che non ci voleva e che non so quanto gli italiani volessero». Divisi i verdi, con Silvio Viale e Roberto Tricarico per il «sì», in linea con il ministro Laura Balbo e non con i vertici di partito. «Sono andato a votare e mi sono espresso contro la quota proporzionale», confida Viale, osservando: «Mi pare una vergogna che chi fa politica si batta, poi, affinché la gente non vada a votare. Purtroppo hanno vinto loro». Da destra, Ugo Martinat, questore alla Camera e luogotenente di Fini in Piemonte, attacca il «no». Spiega: «Ha vinto chi scambia il tanto peggio con il tanto meglio. Adesso non resta che guardare avanti e batterci per 1 elezione diretta del presidente della Repubblica e per un'Italia presidenziale». Negativo, infine, il giudizio di Alberto Nigra, segretario Ds. «Tutto ciò - spiega - indebiolisce il bipolarismo, e allontana la possibilità di arrivare ad una buona legge elettorale con un maggioritario uninominale a doppio turno». Magda Negri: contro di noi la guerra la stanchezza di chi attende le riforme e naturalmente il comitato del no Il segretario provinciale e consigliere comunale dei democratici di sinistra Alberto Nigra L'ex sindaco e deputato dell'Ulivo Diego Novelli, che si è battuto per la vittoria del no
Luoghi citati: Italia, Jugoslavia, Piemonte
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