Novelli: i Ds riflettano di Maurizio Tropeano
Novelli: i Ds riflettano Novelli: i Ds riflettano «Hanno fallito il loro obiettivo» I ■■• I . i : Maurizio Tropeano «Doveva essere una valanga contro i partiti. Così non è stato. Il dato del voto di ieri è questo e deve far riflettere. E la riflessione deve riguardare soprattutto le forze democratiche all'interno del fronte del Sì, soprattutto i diessini». Diego Novelli, presidente nazionale del Fronte del No, aveva incassato quella che sembrava una sconfitta annunciata in base alle proiezioni degli istituti demoscopici con molto (air-play. Poi la sorpresa della vittoria. E via cellulare da Roma aggiunge: «Dalle 22 sentito trinciare giudizi. Buona educazione vorrebbe che si aspettino i risultati e poi si giudichi...». E ancora: «Cè stata una grande campagna per invitare i cittadini a partecipare a quello che è stato definito un appuntamento storico, un'occasione unica per ridimensionare i partiti, eviterò i ribaltoni e le frammentazioni. E' evidente che gli italiani non l'hanno ritenuto tale. A questo punto consiglio a Segni e Di Pietro di prendersi un anno sabba¬ tico». Novelli rappresenta un fronte composito di cui fanno parte Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi, popolari, socialisti, Lega Nord, Udr. Ieri l'ex sindaco di Torino è andato a votare - «Ovviamente no» - poi allo stadio per assistere al primo tempo della partita dei granata. A caldo dà questa lettura dell'astensionismo: «A parte il dato molto preoccupante c'è una duplice chiave di lettura. La prima: una parte di coloro chi ieri non ha votato l'ha fatto perchè qualunquista. La seconda, la più politica: ma c'è una parte dell'elettorato che ha scelto legittimamente di non andare ai seggi perchè ha rifiutato di farsi prendere in giro». Novelli insiste: «Adesso occorrerà fare una seria analisi del voto ma sembra evidente che il quorum non è stato raggiunto malgrado al voto delle regioni "rosse". La sinistra non è riuscita a far vincere Segni, Fini e Di Pietro. I diessini devono riflettere». Perchè? Risponde: «C'è chi coltiva una cultura dell'uomo forte nel plebiscito delle scorciatoie e ora è sconfitto da questo risultato. Un risultato che non può andare bene a chi porta avanti una politica qualunquista. Va bene a chi crede ad una democrazia, che significa partecipazione dei cittadini». Per il presidente del Fronte del No «questo referendum e la vittoria del Sì sarebbero state un grande imbroglio. I vincitori, infatti, sono divisi su quale tipo di riforma elettorale approvare. Turno unico, doppio turno, stanno già litigando». Che succederà adesso? Rifondazione Comunista, Lega Nord, Comunisti Italiani, Verdi, popolari parlano della «necessità di trovare un accordo in Parlamento per un sistema più razionale». E' indubbio, comunque, che si riaprono le prospettive di cambiare questo sistema elettorale in senso più proporzionalista. I rappresentanti del Fronte del No aggiungono: «Tutte le ipotesi sono aperte, compreso anche il sistema elettorale tedesco, cioè un proporzionale con uno sbarramento».
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