Il mercato adesso scommette su Bazoli in Mediobanca di Francesco Cingano

Il mercato adesso scommette su Bazoli in Mediobanca NOMI EGLI AFFARI Il mercato adesso scommette su Bazoli in Mediobanca Valerla Sacchi Giovanni Bazoli alla presidenza di Mediobanca e Francesco Cingano alla presidenza delle Generali. E' questa l'ultima scommessa del mercato che, alla luce del decisionismo del governatore Antonio Fazio e dell incontro tra Enrico Cuccia e il presidente del Consiglio Massimo D'Alema, punta le fìches sul mega-polo Intesa-Comit in salsa Generali-Commerzbank. Un disegno che piace al presidente onorario di Mediobanca poiché gli garantisce la presa sul Leone cu Trieste, nel cui capitale il presidente di Commera Martin Rollili aussen sostituirebbe il partner non più fidatissimo Lazard, oltre ad impedire a Unicredit di mettersi in tasca il 16% di Giovanni Mediobanca Bazoli stessa. Ma che Francesco Cingano ovviamente chiede a via Filodrammatici la contropartita di una strategia più moderna sotto la guida dell'«arcangelo» Bazoli, innesto cattolico nel fortino laico. Un «sacrificio» epocale che potrebbe perfino star bene ai grandi azionisti dell'istituto a medio termine come la Fiat, la PirelU di Marco Tronchetti Proverà o Pietro Marzotto. Ossia a coloro che hanno appena chiesto la rivisitazione delle clausole del vecchio patto di sindacato. Una bella rivincita per l'«arcangelo» che più volte Mediobanca tentò in passato di sottomettere, anche se per temperamento non è uomo da covare vendette. E difatti, fino a pochi giorni or sono, era piuttosto a Uni che Bazoli pensava (non a caso l'amministratore delegato di Bnl, Davide Croff cerca un posto, e guarda alle Ferrovie e alla presidenza dell'Eni dove scade Guglie-lino Moscato). Naturalmente è tutto da vedere se l'attuale presidente delle Generali Anto ine Bemheim si lascerà così facilmente mettere da parte, se Lazard di cui è senior partner accetterà a sua volta di non contare più nulla a Trieste. Infine se non avrà niente da ridire l'ex enfant prodige di via Filodrammatici sbarcato in Lazard Gerardo Braggiotti, il quale tra l'altro assiste Alessandro Profumo nell'Ops su Comit. Che il disegno Intesa-Comit sia sul tavolo di Cuccia lo confermano le voci sempre più insistenti che vorrebbero l'amministratore delegato di Mediobanca Vincenzo Marenghi e il presidente di Comit Luigi Lucchini impegnati a stu- Enrico Cuccia Antoine Bernheim diare come far fuori i due amministratori delegati della Commerciale: Pierfrancesco Saviotti e Alberto Abelli. Rei di essersi nel passato opposti a) piano Bancaroma e di essere, oggi, non contrari a Unicredit. Rei insomma di essere quello che ogni buon banchiere dovrebbe essere: indipendente. Una decapitazione non semplice, poiché seguirebbe di pochi mesi la rimozione del presidente Luigi Fausti. Il mega polo continentale IntesaCornit-Generali-Cornmerz avrebbe già la benedizione di uno dei grandi azionisti di Intesa: il Crédit Agricole guidato da Jean Laurent, e certamente non incontrerebbe ostacoli nell'altro grande partner: la Fondazione Cariplo presieduta da Giuseppe Guzzetti. Ma le benedizioni non bastano, bisogna che i «se» ca- dano tutti uno dopo l'altro. La via insomma è ancora lunga e piena di trabocchetti, ma «blinda re» le Generali, Commerz e Comit è imperativo categorico, visti i tempi perigliosi. Se infatti un signore fino all'altroieri sconosciuto come Roberto Colaninno si mette in testa di scalare Telecom, è bene correre ai ripari. Soprattutto se oltralpe ci sono in agguato colossi come la Deutsche Bank di Rolf Breuer, la Allianz di Hennine Schulze-Noelle o l'Axa di Claude Bébéar, forse il più pericoloso dei tre. E meno male che non ha ancora messo piede nel gran banchetto italiano Martin Ebner, il raider zurighese che ha costretto Ubs a sposarsi con Sbs e Crédit Suisse a unirsi a Winterthur. Tanto per citare solo due delle ultime prodezze. Con quei capitali immensi che girano per il mondo alla ricerca di affari, è d'obbligo «blindarsi» e raccomandarsi al Signore. Se poi il progetto Intesa-Comit non riuscisse, chi può escludere che prima o poi non arrivi in Mediobanca proprio il nemico Lucio Rondelli? Francesco Cingano Antoine Bernheim Enrico Cuccia

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