La guerra cambia la rotta dei contrabbandieri

La guerra cambia la rotta dei contrabbandieri Taranto: i clan spostano le corse notturne dal Mare Adriatico verso il tragitto più lungo, ma più sicuro, dello Jonio La guerra cambia la rotta dei contrabbandieri Caccia alla «dama bianca», un motoscafo che trasporta sigarette e droga Sandro Tarantino TARANTO Anclic la «dama bianca» cambia rotta. Potente e inafferrabile magazzino viaggiante del contrabbando, questo motoscafo fantasma punta la prua sullo Jonio e non più si>'!'Adriatico affacciato sulla guerra. La decisione dei clan contrabbandieri di sbaraccare il quartier generale in Montenegro trasferendolo almeno temporaneamente più a Sud, in Grecia, coincide con la riorganizzazione dei traffici e con la riapertura di una nuova «autostrada del mare» che attrae anche trafficanti di droga e di clandestini. E cosi, in questi giorni di conflitto, sembra allargarsi la rotta dei traffici illeciti alternativa a quella Adriatica sbarrata da navi militari, motovedette e radar. Finora convinti che lo Jonio fosse un mare immune dagli sbarchi perché assai distante dalle coste albanesi e irraggiungibile dai gom¬ moni in partenza da Valona, gli investigatori stanno esaminando i segnali di questi ultimi giorni, preceduti da episodi che parevano marginali: droga arrivata sulla costa, ritrovamenti di kalashnikov e l'arrivo di due mercantili da mesi sotto sequestro e su cui, ora, ha messo gli occhi anche la Procura di Palermo. L'apertura di una nuova linea di collegamento tra il Golfo di Taranto, la Grecia e la Turchia è incentivata dal forzato blocco degli sbarchi di sigarette sulla costa Adriatica segnalato dalla Guardia di finanza quanto dal netto calo dei sequestri di droga, hashish e i turi juana. Un calo che si spiega in parte con le parole del magistrato brindisino Nicola Piacente («il mercato della droga leggera è saturo, negli ultimi mesi ne è arrivata una uuantità enorme», ma anche con l'impraticabilità del canale d'Otranto. E le organizzazioni criminali internazionali non fermerebbero mai il loro business. Produttrice di droga leggera di alta qualità, l'Albania ha fornito alla Puglia droga quanto il Montenegro - esilio lussuoso dei contrabbandieri brindisini e baresi - ha distribuito sigarette all'Italia dalla Sicilia alla Lombardia alimentando un'azienda illegale che muove almeno 2000 miliardi l'anno. La «dama bianca», un motoscafo di 18 metri di un bianco scintillante tagliato da una fascia azzurra sulla fiancata, è non solo l'incubo di Guardia di finanza, polizia e carabinieri, ma il segno che qualcosa di nuovo sta accadendo. Fu scoperta dalla polizia a gennaio, sulla costa di Campomarino a 40 chilometri da Taranto, trasportata via terra da una impenetrabile colonna di mezzi contrabbandieri blindati. La rotta per Taranto, lunga sei volte di più della comoda ValonaOtranto percorsa in poco più di un'ora dai gommoni carichi di profughi e di droga, la usava già, negli anni Settanta, il capo contrabbandiere di Ostimi Oronzo Milone al- leato dell'allora superboss di Taranto Antonio Modeo. Quanto alla Grecia, di qui partirono, nel '94 e nel '97, la «Quebec» e la «Brave», due «navi madre» cariche di sigarette. Le «navi madre» trasbordano le sigarette su motoscafi veloci che poi raggiungono la costa. Se è rischioso avventurarsi fino al porto di Taranto, cuore della più grande base navale della Manna Militare italiana, è facile raggiungere le liberissime coste più a Sud, da Gallipoli a Torre Ovo, dove recentemente sono stati ritrovati grossi quantitativi di droga. Insomma non c'è più solo l'Adriatico. E intanto nel porto di Taranto due navi e troppi misteri. Dentro la Axis-1 per sette mesi hanno abitato in sei, un equipaggio di turchi, siriani, georgiani. Proveniente dalla Turchia, la Axis-1 è arrivata a ottobre scorso, un mese prima che la motonave Zeynep, con un viag- S'o gestito dalla mafia turca in colborazione con le mafie russa, albanese, bulgara e ucraina, appro- dasse indisturbata a qualche centinaia di metri della costa di Santa Maria di Leuca con un carico di 230 profughi: curdi, africani, kosovari, pachistani'. La Axis-1, di un armatore turco arrestato in Turchia per traffico di clandestini, è invece arrivata vuota, ibragim Ramazanov, il comandante, ha raccontato che nelle stive possono entrare fino a 700 clandestini. Però ha negato di averli trasportati. Ormeggiata a poche decine di metri, la Emir è uno spettro: l'è- quipaggio albanese - dieci persone - è in carcere. Veniva spesso a Taranto a caricare cemento. Strano che una nave cosi scassata potesse scatenare gli appetiti degli agenti marittimi, che se la contendevano nonostante il modesto carico non superasse i 10-20 milioni La società armatrice, la Lute Shipping di Durazzo, pagava molto, in danaro contante. Poi si scoprì che, dentro, una cella frigorifera era stata trasformata in una poco confortevole dimora per clandestini. Il 3 marzo, la Emir ha portato a Taranto quattro chili di eroina e cinque clandestini. Li scoprirono perché, esausti, cominciarono strillare e a battere contro le paret: della nave. Sulla Axis-1 indaga la magistratura di Taranto. Sulla Emir, che in precedenza è stata anche in Sicilia, ha aperto un'inchiesta la Procura di Palermo Contrabbando, droga, clandestini Un groviglio di affari e una. nuova rotta di cui c'è ancora tutto o quasi da scoprire. IP» tmsp i...:M :"- B Per la guerra nei Balcani i contrabbandieri sono costretti a muovere I loro motoscafi sul Mar Ionio

Persone citate: Antonio Modeo, Nicola Piacente, Oronzo Milone, Sandro Tarantino, Torre Ovo