«Hanno sbattuto contro il muro» di Maria Grazia Bruzzone

«Hanno sbattuto contro il muro» «Hanno sbattuto contro il muro» Marini: spallata mancata ai partiti Maria Grazia Bruzzone ROMA «Non c'è bisogno di commentare»: questo la reazione a caldo di Franco Marini dopo il mancato raggiungimento del quorum. Il segretario del Ppi si stava recando nell'albergo romano dove era riunito il «comitato per il No». E 11, subito dopo, rilassato dopo la tensione della serata, il leader popolare si lascia andare a qualche battuta e a considerazioni politiche più concrete. «Volevano dare una spallata ai partiti, ma l'hanno data al muro», afferma sorridendo. E poi spiega: «Ora dobbiamo ragionare. Le leggi si fanno in Parlamento. Per Suesto dico che quando un leaer invece di sedersi a discutere ricorre alle scorciatoie vuol dire che non è capace di fare il proprio mestiere». Marini ha detto di essere «enormemente soddisfatto» per il risultato e ha aggiunto die non dovranno esserci ripercussioni per la scelta del Capo dello Stato. «Il Presidente delle Repubblica ò il garante della politica. Non è serio.mettere in relazione le due cose». Dunque può essere anche un popolare? E' stato chiesto a Marini. «Certo a me farebbe piacere, ma l'importante che abbia le caratteristiche, giuste, poi può essere di qualunque forza politica». Certo che il risultato lascia di stucco il leader popolare, proprio non ci credeva. «Intanto cominciamo a dire che l'ondata che avrebbe dovuto travolgere i partiti non c'è stata», si limitava a dire - prudentemente - all'inizio della serata. Alla fine il quorum non è stato raggiunto, ma Marini si accontentava di molto meno. La linea su cui si assestava tutto il partito, che al referendum non ha mai creduto. Ai popolari bastava la «mezza vittoria» degli altri. Anzi, la «vittoria di Pirro» come la chiama il responsabile enti locali Renzo Lusetti. «Quorum o non quorum - ra- §ionava infatti il coordinatore ella segreteria Antonello Soro e, sottraendo i voti contrari, si arriva comunque a una percentuale di italiani ben lontana da quel settanta per cento rappresentato in Parlamento dallo schieramelo a favore dol Si». «Politicamente il risultato è chiarissimo - insisteva il vice segretario Dario Franceschini -, Quell'ondata di cui favoleggiava la facile demagogia di tanti, che avrebbe dovuto aire "Via il vecchio e avanti il nuovo" non c'è stata. Gli italiani non credono alle battaglie plebiscitarie». Lusetti era stato ancora più esplicito: «La maggioranza degli italiani non pensa che il nuovo si costruisca con gli slogan come invece vorrebbe Di Pietro, che ha in testa la costruzione di un progetto politico ma è un "nasometrista , va a naso». Insomma, por il Ppi la «via maestra» resta più che mai quella parlamentare che loro dall'inizio avevano indicato: la riforma elettorale su cui, a questo punto, le Camere dovranno mi- surarsi. Il risultato del referendum è quasi indifferente. «In ogni caso - spiega ancora Soro - il punto di partenza è la proposta definita dal ministro delle riforme approvata da con siglio dei ministri e emendata da Amato», la proposta Amato-Villone, per intendersi «a cui biso Snerà lavorare con il concorso ell'opposizione». Che la legge elettorale debba favorire comunque il bipolari smo e il maggioritario, i popolari lo riconocono. «Chi non è maggioritario oggi? Soltanto Umberto Bossi. La favola che il nostro partito sia contio il maggioritario e il bipolarismo è un'altra delle trovate di chi si riempie la bocca di propaganda», insiste Lusetti. «Ora dobbiamo ragionare Le leggi si fanno in Parlamento» Franco Marini, leader del Ppi

Persone citate: Antonello Soro, Dario Franceschini, Di Pietro, Franco Marini, Lusetti, Renzo Lusetti, Soro, Umberto Bossi

Luoghi citati: Roma