Buio sul dopo-Ruggiero

Buio sul dopo-Ruggiero COMMERCIO MONDIALE QUESTIONI APERTE E CRISI DI LEADERSHIP Buio sul dopo-Ruggiero II Wto non trova il successore analisi Carlo Bastaslo inviato a FRANCOFORTE ISSILI e bucce di banane non sono di norma la migliore ricetta per andare d'accordo. Mentre gli Stati Uniti sono impegnati con Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia nella maggiore operazione congiunta di intervento militare degli ultimi decenni, gli stessi governi litigano sui rapporti commerciali tra Europa e Usa, elevando barriere e sanzioni gli uni contro gli altri, con il pretesto del mercato delle banane. Contemporaneamente, Washington è impegnata a convincere la Cina ad aderire all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), l'istituzione che combatte il protezionismo, in una trattativa che ha visto spaziare il presidente Clinton e il premier Zhu Rongji su tavoli paralleli, tra diritti civili violati e sospetti di segreti nucleari sottratti. Sono tali il peso e la complessità che in questo fine secolo hanno assunto le trattative commerciali intemazionali e, di conseguenza, il ruolo del Wto, guidato fino al 30 aprile da Renato Ruggiero, da farne una parte costituente dell'ordine mondiale. Il sessantanovenne direttore generale aveva assunto l'incarico nel '95 solo 4 mesi dopo che il Wto aveva preso il posto del Gatt e sotto la sua regia il Wto è riuscito a espandere gli accordi a settori oggi dominanti nelle economie: telecomunicazioni, servizi finanziari e tecnologie dell'informazione. Nondimeno lo stesso Ruggiero avverte l'urgenza di interventi più ampi e diianficatori 6ulle regole di libertà dei commerci: «Buona parte dei problemi - ha spiegato nel suo discorso di addio a Ginevra - è la tremenda pressione esercitata dall'avanzare della globalizzazione». Secondo Ruggiero si tratta di una pressione «che va ben oltre i commerci o i movimenti di capitale e riguarda una consapevolezza crescente dell'interdipendenza globale, sospinta dalle tecnologie informatiche e di comunicazione, che non riguarda più solo gli economisti, ma ha assunto una dimensione umana». L'intreccio sempre più profondo e delicato tra libertà commerciali, diritti civili e sviluppo pacifico delle relazioni internazionali ha spinto Ruggiero a proporre di portare la riflessione sulle nuove sfide della globalizzazione direttamente ai leader mondiali, in occasione del «Summit del Millennio» convocato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ruggiero parla esplicitamente di una «nuova architettura globale, necessaria a gestire la globalizzazione». L'iniziativa dovrebbe sviluppare «una strategia comune tra istituzioni nazionali, intemazionali e la società civile per rafforzare i princìpi del diritto e risolvere i problemi comuni della povertà e dell'ambiente». L'interdipendenza dei problemi ecologici ha suggerito a Ruggiero di replicare l'esperienza del Wto proponendo la creazione di un'analoga agenzia mondiale per la difesa dell'ambiente. Dagli Anni Cinquanta, il commercio mondiale è aumentato di 16 volte e i membri del Wto sono quadruplicati. Ai 134 Paesi aderenti, presto dovrebbero aggiungersene altri 30, tra cui Cina e Russia. Ma nonostante le cifre del successo il Wto è costantemente esposto a rischi e critiche. La crisi asiatica del '98 e i pericoli ancora attuali di deflazione hanno fatto riemergere tentazioni protezionistiche. Gli stessi Stati Uniti, apripista del liberismo, attualmente impongono sanzioni commerciali nei confronti di due terzi del globo. Le imprese europee e americane sono costrette a convivere con la competizione asiatica spinta dalle svalutazioni del '98 e perfino tra le due sponde dell'Atlantico le liti sull'import europeo delle banane e della carne agli ormoni dimostrano quanto difficile sia difendere il principio della libertà di commercio. In 50 anni si è riusciti ad abbattere sostanzialmente le barriere protezionistiche tradizionali, ma in compenso è stata elevata una fitta rete di regolamenti discriminatori che ancora rende parziale la liberalizzazione. Il commercio stesso si ò trasformato, allargandosi dalle merci ai servizi o prendendo la forma di investimenti diretti all'estero. Nel frattempo, con lo sviluppo della globalizzazione, il mondo è diventato più interdipendente, legando il benessere di ogni Paese alla possibilità di scambio con gli altri. L'accordo sulle telecomunicazioni, siglato da 69 Paesi, ha fornito un esempio di efficace liberalizzazione evitando di favorire i monopolisti nazionali. Ma in altri settori si è sviluppata una moltitudine di accordi regionali (153, di cui la metà dopo il '90) che talvolta ostacola, anziché favorire, l'apertura globale. I test chiave ora riguardano l'adesione cinese e la convocazione di un nuovo round di trattative che dovrebbe dare un indirizzo nuovo agli accordi su agricoltura e servizi. Anche per questo è ora tanto difficile trovare l'accordo su un sostituto di Ruggiero che garantisca la stessa capacità di gestire un'organizzazione in cui le decisioni sono prese per consenso. La scelta tra i due candidati dell'area del Pacifico, il tailandese Supachai Panìtchpakdi e il neozelandese Mike Moore, è stata già rinviata al 30 aprile e solo il no di Ruggiero ha evitato che al direttore uscente fosse chiesto di prolungare il suo incarico. ROMA. All'approssimarsi della scadenza del suo mandato alla guida dell'Organizzazione mondiale del commercio, l'ambasciatore Renato Ruggiero è stato ricevuto ieri da Massimo D'Alema. Il presidente del Consiglio he/espresso «il più vivo apprezzamento del governo» per il lavoro svolto da Ruggiero come direttore generale della Omc (più nota con la sigla inglese di Wto, World Trade Organization) e ha discusso con lui, riferisce una nota di Palazzo Chigi, delle «possibilità di utilizzare il suo patrimonio di esperienze». Insomma a Roma si comincia già a pensare a quello che farà Ruggiero dopo il 30 aprile, scadenza del suo mandato, mentre a Ginevra, sede del Wto, non si riesce a trovare l'accordo sul suo successore. Lo stesso Ruggiero giorni fa aveva intimato gli Stati membri che è necessario fare presto, per non ledere l'autorevolezza dell'istituzione, ma il termine ultimo che era fissato per il 14 aprile è passato invano e un'altra seduta per decidere il nome del nuovo direttore generale è convocata solo per il 30, ultimo giorno di Ruggiero sulla poltrona. Il candidato thailandese Supachai, favorito, ha il sostegno di molti Paesi del Terzo mondo e europei ma è osteggiato dagli Usa che puntano sul neozelandese Moorc. Renato Ruggiero