Sei le bombe sganciate sul lago di Garda

Sei le bombe sganciate sul lago di Garda Sei le bombe sganciate sul lago di Garda Inchieste a Brescia e Padova. Ritrovati i serbatoi dell'«¥15» HHESCIA Non una, ma sei bombe. Due inchieste aperte dalla magistratura, una a Brescia e l'altra a Padova, dove sono «atterrati» i serbatoi dei «FI 5» che il pilota uveva sganciato, come le bombi: non attivate, al rientro da una missione in Kosovo perché aveva poco carburante e doveva alleggerirsi per raggiungere l'aeroporto di Ghedi. Attorno olla vicenda, molti silenzi e qualche notizia per lo meno imprecisa. Quante sono le bombe finite nel lago di Garda venerdì? L'ordigno «inerte», di cui era stata data notizia, era stato confermato dal porr tavoce della Nato, gen. Marani: «La bomba non costituisce alcun pericolo per l'ambiente», ha assicurato, aggiungendo una considerazione di circostanza «anche perché non credo che sarà lasciata ad arrugginire in fondo al lago per qualche aiuto». Passano le ore, si moltiplica il numero dei curiosi che seguono le fasi di perlustrazione del lago, e cresce anche il numero degli ordi¬ gni, L'indiscrezione che le bombe che si cercano sarebbero sei è stata raccolta alla fine di mia giornata di lavoro frenetico negli ambienti degli operatori che collaborano col personale Nato per il recupero. Si dice anche che gli ordigni sono ancora sul fondo, ma il comando alleato, che coordina le attività militari sui Balcani, è in possesso delle coordinate, fornite dal pilota. Dalla Nato altre rassicurazioni sul fatto che gli ordigni «non costituiscono in alcun modo un pericolo», «è come se fossero pezzi di ferro». La popolazione, dunque, «non deve preoccuparsi». Il pilota si è comportato «in maniera corretta. Se avesse tenuto il carico non sarebbe arrivato all'atterraggio e si sarebbe rischiata un'altra Casalecchio». Intanto, la Procura di Brescia aveva già aperto un'inchiesta. Nessuna ipotesi di reato, al momento. Il procuratore Tarquinì ha parlato di «atto doveroso», di «argomento che la Procura sta valutando» e non ha voluto addentrarsi in particolari. E solerzia intorno al relitto «inerte» aveva insospettito il sindaco di Toscolano Maderno, sulla riviera del Garda, Paolo Elena. «Mi chiedo come mai vogliono recuperarle così rapidamente - ha detto -. In fondo, il lago di Garda è pieno di ordigni da 50 anni, dalla fine della seconda guerra mondiale». Neppure lui aveva avuto sino a quel momento informazioni ufficiali. «Vorrei che qualcuno mi dicesse esattamente che cosa è accaduto e cha cosa succedei à adesso chiedeva -. Ho sentito la Prefettura e non hanno saputo dirmi nulla. Qualcuno parla addirittura di sei bombe. Vorrei capire se sono pericolose». «Non vorrei che - ha aggiunto - il lago venga in qualche modo considerato come una sorta di discarica in casi d'emergenza». Stesso scenario, anche se il problema è diverso, nel Vicentino, a Valle del Pasubio, il comune nel cui territorio sono «atterrati» i serbatoi. Il sindaco Corrado Filippi Fannar diceva: «Nessuno mi ha detto nulla. Forse i carabinieri si saranno dimenticati. Ma in fondo se sinora nessuno mi ha avvisato significa che non c'è problema». «Spero solo - aggiungeva - che prima di sganciare i due serbatoi il pilota si sia assicurato di non causare danni a cose e persone. Comunque quando capitano questi inconvenienti ti rendi conto che quella guerra da cui pensavamo di essere fuori o lontano è più vicina di quel che sembri». La procura militare di Padova ha avviato un'indagine e posto sotto sequestro il serbatoio già recuperato. Per l'altro ci sono delle difficoltà, poiché si trova in un dirupo. A individuarli, vicino ad una strada sterrata, è stato un escursionista, che ìia notato i due contenitori grigi lardili un metro e lunghi oltre sei e ha avvertito i carabinieri. L'inchiesta per ora è classificata «atti relativi a» e non ci sono ipotesi di reato, né indagati. Se fosse ravvisato il reato di pericolo, gli atti potrebbero essere trasmessi alla magistratura ordinaria, La procura dì Vicenza non si è mossa. Nessuna notizia neppure dalla procura militare di Verona, in relazione al munizionamento sganciato da mi altro «FI 6» sul Lago di Garda. [r. L]

Persone citate: Corrado Filippi Fannar, Maderno, Marani, Paolo Elena

Luoghi citati: Brescia, Casalecchio, Ghedi, Kosovo, Padova, Verona, Vicenza