Marelli e Bosch accendono i fari
Marelli e Bosch accendono i fari Joint venture alla pari nel settore illuminazione auto, fatturerà oltre 1400 miliardi Marelli e Bosch accendono i fari Insieme per il secondo posto mondiale Vanni Cornerò TORINO' La Fiat continua a tessere la sua rete di alleanze: giovedì, a Stoccarda, è stato consegnato il primo Tgv destinato alle ferrovie tedesche, costruito dalla branca ferroviaria del gruppo torinese in collaborazione con Siemens, Dwa e Duewag e ieri è stato concluso un nuovo accordo tra la controllata del Lingotto Magneti Marcili e la Robert Bosch nel settore fari per auto. Una joint venture che si colloca fra "le grandi operazioni, come quelle eseguite da Comau e Pico o da Teksid e Fonderie Renault. Il segnale è chiaro: la Fiat non sta alla finestra, ma si muove in maniera viva vitale sul mercato mondiale, puntando a creare aggregazioni che raggiungano la «massa critica)» necessaria per competere, eccellendovi, nei vari business. Certo non si tratta del maxiaccordo su cui da mesi i giornali di tutto il mondo fanno ipotesi quando si occupano di Fiat, ma le varie tessere che vengono man mano collocate in un disegno nitidamente predisposto potrebbero esserne una premessa. Comunque, a prescindere dalle supposizioni, un fatto appare chiaro: con queste alleanze i «gioielli di famiglia» nella cassaforte del Lingotto diventano ancora più lucenti e preziosi. Effetto immediatamente recepito da Piazza Affari, dove, dopo l'annuncio deiaccordo raggiunto con Bosch, i titoli Magneti Marelli si sono mossi in forte controtendenza, contribuendo a rianimare una seduta spenta e riflessiva. Ma veniamo ai contenuti dell'intesa, che, come dichiara la Fiat in un suo comunicato, ha per obicttivo la creazione del secondo produttore mondiale nei sistemi di illuminazione per auto. Magneti Marelli e Robert Bosch costituiranno una joint venture paritetica, organizzata come una hóldlifg company CÒn sede legale in Austria; che diverrà operativa non appena ottenuto il via libera delraùtHcMy'ahtitrust. Nella holding confluiranno tutte le attività dei due gruppi nel settore illuminazione, per un fatturato totale di 735 milioni di euro, oltre 1400 miliardi di lire. «Sarà - dicono ancora alla Fiat - una joint venture che godrà di un'alta complementarietà di portafoglio clienti e potrà avvantaggiarsi di importanti sinergie, sia nell'area delle spese di ricerca e sviluppo, sia.in quella degli investimenti. Inoltre l'integrazione delle competenze teconologiche delle due società permetterà di offrire ai clienti un più ampio venta¬ glio di soluzioni». Per Magneti Marcili l'accordo con la Bosch è parte di una lunga serie, inaugurata nel 1997 con l'acquisto della Cofap, industria brasiliana specializzata in ammortizzatori, a cui è seguita l'acquisizione delle attività europee dell'americana Midas, che opera nel «quick service» ed è proseguita con la parte¬ cipazione assieme a Telecom Italia nella società Viasat. Ma, parallelamente, Magneti Marelli ha anche ceduto produzioni non strategiche, spostando sempre più il baricentro della sua attività sui moduli e i sistemi completi. Un cambiamento che dura dalla metà degli anni Ottanta, quando la società era nota per la produzione di singoli compo¬ nenti come le batterie, le candele, gli starter, gli alternatori, i sensori, i carburatori. Ora, tutto questo è stato venduto per investire su iniezione benzina, elettronica e sistemi completi per l'auto. Gli obiettivi sono precisi: rafforzare la presenza sui mercati internazionali, accrescere il contenuto tecnologico dei prodotti, sviluppar!! i servizi. Paolo Cantarella
Persone citate: Joint, Marelli, Paolo Cantarella, Robert Bosch
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