« E' il momento di essere coerenti» di Zeni

« E' il momento di essere coerenti» IL VICEPRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA: NESSUNA POLEMICA, SIAMO IN UNA FASE DELICATA « E' il momento di essere coerenti» Callieri: se il governo non accelera, precipitiamo intervista Armando Zeni CME' la produzione indu™ striale che frena, febbraio dopo gennaio, gennaio dopo dicembre, e ahimè non lascia molti dubbi a Carlo Callieri, vicepresidente di Confindustria: «Tecnicamente - dice - siamo in una fase di stagnazione». Ma ci sono soprattutto le paure che «presto sia recessione vera» e finisca ancora una volta nel limbo dei sogni quella benedetta ripresa su cui si sperava per ridar fiato all'economia e creare nuovi posti di lavoro, sogno che si assottiglia nei tuoni di una guerra che, insiste Callieri, «non è solo un costo, genera preoccupazioni, cambia il clima delle aspettative, ali¬ menta incertezze». Brutto, bruttissimo momento, sussurra il vicepresidente di Confindustria. Nemmeno il caso di far polemiche, ribadendo il «noi l'avevamo detto» di tante altre volte. Lasciamo perdere, chiede, la situazione è già compromessa di suo: «Questo ò il momento di essere coerenti, co-e-ren-ti, chiaro?». A chi sta lanciando il messaggio, dottor Callieri? «A chi deve dimostrarsi capace di portare avanti programmi e progetti per ridar slancio allo sviluppo economico del Paese». A D'Alema e al suo governo? «Al governo, certo. Siamo al centro di turbolenze che devono trovare presto risposte chiare e coerenti per ricreare nel Paese un clima di fiducia o quanto meno di condivisione». Pessimista? «L'impresa è dura e il tempo stringe, poi sarà recessione». Tecnicamente, come diceva lei, il confine tra stagnazione e recessione scatta dopo due trimestri di flessione produttiva. Sarà estate... «Francamente non vedo molte possibilità di miglioramento economico da qui all'estate. Temo semmai che si peggiori». E addio ripresa nel 1999. «Per quanto bene possa andare il secondo semestre...». Le previsioni sul Pil dicono più 1,2%, massimo più 1,5%? «Mi pare inevitabile». Con l'I,2% quanti nuovi posti di lavoro si creano? «Nessuno». Scusi, ma lei dove vede la via che porta allo sviluppo? Non si può più contare sui tassi... «Difficile scendere al di sotto degli attuali livelli». Con l'euro non si può più contare sulla leva del cambio. «Siamo tutti pari». Non resta che la ricetta del governatore Fazio: più flessibilità salarialo, meno tasse, tagli alle pensioni. «E liberalizzare subito, privatizzare di più. Il Paese ha urgenza di liberare risorse evitando ogni operazione di protezionismo e invece qua e là si scorgono segnali di controtendenza, la riforma sanitaria della Bindi per esempio, quasi che si volesse affermare una logica che lascia ai privati solo quello che il pubblico non vuole fare. E invece no, bisogna liberalizzare ovunque: sanità, trasporti, poste, amministrazione locale: accelerare, accelerare...». Complimenti, non una parola sul costo del lavoro. «Mi basterebbe arrivare presto a un obiettivo più modesto come il superamento del collocamento pubblico che continua a slittare perché le Regioni non hanno predisposto gli strumenti adeguati e il decentramento è fermo. Servono regole nuove». Il leader della Cgil Sergio Cofferati dice che le regole ci sono, basterebbe applicarle... «Ci sono in alcuni macrosistemi e non in altri, se prendiamo il caso della flessibilità o non ci sono o sono inadeguate». A proposito di flessibilità e nuova occupazione la prossima settimana c'è una verifica del patto per lo sviluppo. «Spero sia l'occasione utile per spingere sull'acceleratore». E poi, attesissimo, c'è il Dpef di maggio, il documento di programmazione economica. «Li si misurerà la coerenza di molte precedenti affermazioni: dicono che la pressione fiscale è alta e che va ridotta? Vedremo cosa faranno in concreto, se saranno coerenti». Ha ripetuto dieci volte: coerenti, coerenti, coerenti. Teme forse l'incoerenza del governo, dottor Callieri? «Chiarezza per chiarezza, ammetto che una situazione complessa come l'attuale imponga mutamenti continui nelle priorità da affrontare. Ma ciò non dovrebbe offuscare la priorità di fondo: lavorare per aumentare la competitività e la flessibilità di un Paese che in Europa è agli ultimi posti nel dinamismo so iale ed economico». E tutto il resto, guerra in Kosovo, situazione politica e istituzionale interna, ingorgo elettorale, dove lo mettiamo? «Ripeto: lu priorità ò creare le condizioni elio consentano anche in Italia quel dinamismo sociale ed economico che esiste negli altri Paesi e che rende ioro possibile affrontare e superare meglio qualsiasi prova. Ha presente un aereo?». Scusi? «Il pilota di un aereo quando incontra una turbolenza cosa fa? Aumenta la velocità per incrementare la portanza delle ali». Traduca, per favore. «Se un Paese non fa nulla per accelerare, anziché decollare va ancora più giù». In recessione? «In recessione».

Persone citate: Bindi, Brutto, Callieri, Carlo Callieri, D'alema, Sergio Cofferati

Luoghi citati: Europa, Italia, Kosovo