F-15 sgancia sul Garda di Fabio Poletti

F-15 sgancia sul Garda F-15 sgancia sul Garda Problemi tecnici, la bomba era inerte Fabio Poletti invialo ad AVIANO L'imbarazzato comunicato dal comando Usaf di Aviano arriva a metà pomeriggio. Quando i due F 15 con base a Ghedi in provincia di Broscia, in difficoltà per mancanza di carburante, hanno dovuto liberarsi del carico inerte prima di fare ritorno alla base. Scaricandolo sul lago di Garda e sulle montagne a Nord di Vicenza. Dietro a quell'eufemismo, carico inerte, si nascondono i serbatoi supplementari del jet e soprattutto le relative munizioni. Precisamente una bomba a guida laser, ma non innescata, che diversi testimoni hanno visto inabissarsi al largo di Toscolano Moderno, il comune in provincia di Brescia a un passo dal lago. Ma secondo un altro testimone, le bombe sganciate per offrire meno attrito in volo sarebbero due. «Non avrei mai pensato di vedere una cosa del genere cinquanta anni dopo il secondo conflitto mondiale, alle soglie del 2000», è lo stupito commento del sindaco del paese gardesano, Paolo Elena. «Cosa sarebbe successo, se questa bomba fosse caduta su un centro abitato?», insiste preoccupato. «Vuol proprio dire che la guerra è tanto vicina...», aggiunge il sindaco. Mentre i carabinieri tempestati di telefo¬ nate dagli abitanti della zona, sono impegnati nelle operazioni di recupero. Di quale, o quali aerei, si tratti, c'è un rimpallo di responsabilità. Qui ad Aviano il comando americano dice che si tratta di due F 15 inglesi. Nel paese giurano che si trattava invece di un solo aereo, un F 15 americano, passato a non più di ottocento metri d'altezza, prima di liberarsi del suo ingombrante carico sul lago. «L'equipaggio ha seguito accuratamente le procedure calcolate, per minimizzare i rischi sia propri che per la popolazione a terra», assicurano dal comando Usaf di Aviano. «A distanza di ore non abbiamo ricevuto segnalazioni su situazioni di pericolo. C'è lo stesso rischio di pigliare un vaso in testa che cada da un balcone in via Montenapoleone a Milano o in via Roma a Torino...», minimizzano al comando Ataf di Vicenza. Dove forniscono anche scarni dettagli tecnici, sull'incidente. Si sa che si trattava di due serbatoi da 600 galloni, pari a 27 mila litri. E di generiche munizioni. Nessun riferimento nei comunicati ufficiali ai missili laser anche da mille libbre, che da 24 giorni piovono sulle postazioni serbe. E non solo. Dalla base di Aviano, cuore degli attacchi Usa, assicurano che il pilota ha visto personal¬ mente inabissarsi il carico inerte nel lago di Garda. Più inquietante l'altra ricostruzione. Dove si parla di una zona «presubilmente montuosa» a Nord di Vicenza, ma in quel momento coperta da nuvole. Lo sganciamento sarebbe avvenuto da un'altezza di 20 mila piedi, quasi settemila metri. E praticamente alla cieca. Gli F 15 sono stati costretti a liberarsi del loro carico, vista l'inagibilità per quasi un'ora della pista di Aviano, impegnata da un Prowler in avaria. L'aereo utilizzato nella guerra elettronica, sarebbe finito fuori pista per un atterraggio lungo, fermandosi contro le reti di protezione della base. Altre fonti dell'aereoporto sostengono invece che il caccia avrebbe bucato una gomma, nel toccare la pista. Un incidente circoscrivibile, fino a quel momento. Se non fosse per i nove jet ancora in volo, al ritorno dalle missioni contro Milosevic. Alcuni di loro sono stati agevolmente dirottati su altre basi. L'F 15 americano ha invece lamentato immediatamente problemi di carburante. Da qui la manovra standard, che prevede lo sganciamento di tutto il carico superfluo per consumare meno carburante. E allora via, verso il lago e la montagna. Sperando di centrare il primo e nessuno nel secondo caso. E un altro F I5 (come quello nella foto) si è liberato di una bomba, alla cieca, sulle montagne a Nord di Vicenza

Persone citate: Ghedi, Milosevic, Paolo Elena