Il gioco della solidarietà di Filippo Ceccarelli

Il gioco della solidarietà Il gioco della solidarietà Filippo Ceccarelli Come cambiano i parametri, anche morali. E quanto la guerra, anche se vissuta da lontano, contribuisce ad accelerare e in qualche modo a stabilizzare questi cambiamenti... Un tempo il gioco era considerato poco più, o poco meno che un vizio. Sulla figura del giocatore, su quell'ambiente, su quel fenomeno, sono stati spesi nei secoli tesori di riprovazione. Il gioco favorisce le tendenze regressive e arcaiche delle società; rimuove i problemi che altrimenti si potrebbero risolvere; semplifica il riciclaggio; altera i trasferimenti di reddito penalizzando sempre i più poveri. Il gioco, tuonava già alla fine del secolo scorso Giustino Fortunato, è un'altra «tassa sul macinato». Lo Stato non può assecondare la sottocultura dell'azzardo se non trasformandosi in «biscazziere». Ieri, nel dar notizia dell'iniziativa della Lottomatic che, senza costi aggiuntivi e in tempo reale, con la benedizione del ministro delle Finanze Visco permette di versare un contributo volontario alla missione «Arcobaleno», un'agenzia di stampa ha titolato: «Lotto, una giocata per i profughi». E così fra le tante possibili figure sociali, il giocatore è incoraggiato a trasformarsi in benefattore. Fin da quando, per la verità, è stata istituita la nuova estrazione infrasettimanale in parte destinata alla conservazione del patrimonio artistico, già il giocatore s'impegnava sia pure indirettamente a «salvare» un monumento. Adesso, giocando, può far del bene e aiutare i profughi. Merito della rete della Lottomatic, certo. Ma c'è forse qualcosa di più. Uno scambio di valori e interessi, una specie di dispositivo simbolico che affida al gioco una nuova legittimità umanitaria e immobilizza i suoi nemici, o almeno li costringe sulla difensiva. Se riuscissero a bloccare questa solidarietà di gioco, infatti, se passasse la vecchia, anche rispettabile linea morale che sempre più flebilmente si oppone alle lotterie istantanee, all'aumento della loro pubblicità, alle estrazioni in tv, alla proliferazione di casinò, all'invenzione costante di gratta e vinci, superenalotti, totogol, totoscommesse e totosei, insomma, se vincesse il proibizionismo anti-gioco verrebbero a mancare risorse per «Arcobaleno». E il vizio, come si diceva, non renderebbe più omaggio alla virtù. Tutto questo per osservare, magari anche banalmente, come una guerra, con il suo carico inevitabile di drammi, stordimenti e cortocircuiti, radicalizza ogni questione. Visto che c'era, comunque, nella medesima conferenza stampa la Lottomatic ha comunque annunciato l'imminente attivazione della giocata telefonica.

Persone citate: Giustino Fortunato, Visco