«Usare lo forza non è inevitabile » di Marco Tosatti

«Usare lo forza non è inevitabile » «Usare lo forza non è inevitabile » // cardinale Ruini: lavori la diplomazia Marco Tosatti CITTA' DEL VATICANO Ma la guerra giusta, esiste ancora? Ne hanno dibattuto per due giorni a Roma, al Centro «Saint Louis de France», teologi e professori, monsignori e il Presidente dell'Unione delle Comunità Israelitiche Amos Luzzatto. Con ovvi riferimenti, impliciti ed espliciti, a quello che accade nei Balcani. Risponde alla domanda un professore della gregoriana, il gesuita Joseph Jobhn: l'unica «causa giusta» rimasta, dopo tanti secoh di guerre più o meno «giuste» resta per la dottrina cattolica, «la difesa contro un'aggressione, fino a quando le autorità intemazionali non si sono impadronite del problema». Ma ci sono una quantità di paletti, anche dando per scontato che la causa sia giusta: l'obiettivo finale, per cominciare: «non si tratta più di ottenere mia vittoria militare ma di costruire una pace durevole, perché giusta». E poi c'è «la preoccupazione per le popolazioni civili» Non basta più cercare di non coinvolgerle nei combattimenti: un embargo alimentare «o la distruzione di installazioni che porteranno a una marginalizzazione economica, sociale e politica delle popolazioni più povere» non è accettabile. Infine, «l'esigenza della proporzionalità». Il costo degli armamenti è diventato tale che «i governi e l'o¬ pinione pubblica devono considerare il ricorso alla guerra come inaccettabile, dal momento che questa costituisce un procosso cumulativo dotato di un suo dinamismo e tende a sfuggire al controllo dell'uomo». Conclusione: «Ogni generazione deve trovare davanti a questa assurdità il coraggio di un soprassalto morale». Mons. Angelo Scola ha lamentato il fatto che «quando il fenomeno della guerra vede implicati riferimenti alle religioni è mentalità -diffusa operare un'indebita equazione fra religione e intolleranza». Ma la Bibbia non parla di «Dio degli eserciti»? Neanche per sogno, risponde Amos Luzzatto: la traduzione corretta del passo biblico è «Dio delle moltitudini». Luzzatto, come altri partecipanti al Convegno organizzato dall'Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, cerca di rispondere al «dilemma morale vissuto da noi tutti in queste ultime settimane di guerra nei Balcani... è lecito, anzi doveroso, fare una guerra per salvare la pace»? Ricorda die Maimonide ammoniva: «Non si fa mai la guerra senza prima aver rivolto un invito alla pace». Gli ho fatto eco mons. Michael Louis Fitzgerald: «Bisogna cercare di parlarsi prima, e non di battersi prima e parlare dopo». Quello che dice il Papa, e anche i vescovi del Piemonte, che chiedono pressioni sulle autorità responsabili «affinché perseguano tutte le vie di incontro e di dialogo». «L'uso della forza non è inevitabile e l'impegno sul fronte diplomatico è un lavoro a lungo termine che richiede molta creatività», ha detto il presidente della Cei Ruini, dalla Basilica di Santa Maria in Trastevere, dove ha espresso «fiducia» per la comunità di Sant'Egidio.

Persone citate: Amos Luzzatto, Angelo Scola, Joseph Jobhn, Luzzatto, Michael Louis Fitzgerald, Ruini

Luoghi citati: Francia, Piemonte, Roma, Sant'egidio