«Intervento di terra? Non è escluso»

«Intervento di terra? Non è escluso» Il ministro a colloquio con il segretario della Difesa Usa: «Speriamo di non arrivare a tanto» «Intervento di terra? Non è escluso» Scognamiglio: ma dovrà deciderlo il Parlamento Andrea di Robllant corrispondente da WASHINGTON Sul delicatissimo tema delle truppe di terra il governo italiano fa un piccolo ma significativo passo avanti: per la prima volta riconosce che di fronte alla resistenza di Milosevic ò possibile che un'invasione della Nato si renda necessaria. 11 ministro della Difesa Carlo Scognamiglio, uscendo da un lungo colloquio con il segretario alla Difesa William Cohen in cui i due hanno discusso la questione delle truppe di terra, ha auspicato che non si debba arrivare a tanto e che Milosevic accetti lo condizioni posto dalla comunità internazionale. «Ma so questo non avverrà, bisognerà rivedere gli strumenti per arrivare a quel risultato, senza escludere l'uso di truppe di terra. Ma il governo esaminerà In questione solo se l'ipotesi diventerà concreta. E sarà comunque il Parlamento a dover dare il suo assenso». Quello di Scognamiglio è un cauto passo avanti per saggiare un terreno che promette di (isserò esplosivo, non solo in Italia ma in tutti i Paesi della Nato, a cominciare dagli Stati Uniti, Ma le sue parole rappresentano comunque la posizione più avanzata espressa finora da un Paese Nato su questo tema. Il Presidente Clinton è ancora convinto - o dice di essere convinto - che la campagna aerea raggiungerà l'obiottivo di piegare Milosevic e dunque non ha «alcuna intenzione» di mandare truppe di terra in una regione non ancora pacificata. Lo stesso ripete il segretario alla Difesa che ieri era al fianco di Scognamiglio. Ma nell'entourage della Casa Bianca la musica ò cambiata da diversi giorni e l'invio di una forza d'invasione non viene più esclusa. Tanto più che Congresso e analisti militari premono da tempo sull'Amministrazione perché cominci quantomeno a pianificarla. Il problema è quello di cominciare ad affrontare la questione con gli alleati Nato senza far subito affiorare crepe f.ericolose nel fronte anti-Miosovic. Lo stosso Cohen, parlando giovedì al Senato, ha ammesso che gli Stati Uniti hanno preferito rinunciare alla pianificazione di una forza d'invasione pur di mantenere compatta l'Alleanza. Le parole di Scognamiglio, specie se saranno seguite da altre dichiarazioni simili da parte dei suoi colleghi della Nato, sono significative perché riflettono il graduale - anzi, gradualissimo -. avvicinarsi di un dibattito ormai inevitabile, che a molti pare anche pericolosamonte tardivo. Ieri a Harvard anche il ministro della Difesa britannico George Robertson ha affrontato la questiono delle truppe di terra. Ma il tema è ancora talmente delicato e controverso che la bozza del suo discorso, in cui parlava della «possibilità di dover usare truppe di terra», è stata annacquata in extremis per non creare l'improssione di una fugu in avanti. Fonti della Casa Bianca di¬ cono che questi primi, timidi approcci alla questione sono comunque positivi. Indicano che i Paesi Nato cominciano ad accettare un'ipotesi che fino a qualche settimana fa era considerata un tabù assoluto. E non si esclude che una discussione aperta, senza il rischio di clamorose spaccature in seno all'Alleanza, possa prendere piede già la settimana prossima, in vista del vertice Nato che si terrà a Washington durante il week-end. Alla conferenza stampa tenuta ieri al Pentagono un giornalista americano ha chiesto a Scognamiglio se l'Italia continuerà a dare il suo sostegno alle operazioni Nato in Kosovo «anche per mesi e mesi» - una domanda scaturita dalle perplessità di alcuni analisti sulla tenuta dell'Italia nella guerra contro Milosevic. E Scognamiglio: «Non è stato fissato alcun limite di tempo, non abbiamo alcuna limitazione temporale. Certo, speriamo che l'obiettivo di questa azione venga raggiunto rapidamente. Ma non esiste assolutamente alcun limite da parte del Parlamento o del governo sulla questione della durata dell'operazione. La linea del governo italiano è sempre stata e sempre sarà quella di attenersi rigorosamente alle decisioni prese collettivamente dall'Alleanza. Su questo non ho dubbi. E i fatti parlano più ancora delle parole». E' la posizione più avanzata espressa finora da un Paese Nato «Siamo pronti a tenere duro anche per mesi e mesi» Il ministro Scognamiglio con il collega americano Cohen

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