SPLENDORI DELIA CORTE DEGLI ZAR di Sergio Trombetta
SPLENDORI DELIA CORTE DEGLI ZAR SPLENDORI DELIA CORTE DEGLI ZAR Mobili, quadri, porcellane e argenti sono in mostra all Archivio di Stato CI sono luoghi, oggetti, fatti della storia imperiale russa che sono entrati ormai a far parte della mitologia. Per esempio le lettere filosofiche che Caterina II si scambiava con Voltaire, mentre le campagne russe erano messe a ferro e fuoco dalle rivolte contadine capitanate da Pugaciov; il servizio da tavola che Nicola I donò alla madre, l'imperatrice Maria Feodorovna, la vedova di Alessandro I, denominato (diservizio del trono» o «Gerbovyj», dopo avere soffocato nel sangue la rivolta decabrista; le cornici, le uova egli altri preziosi doni firmati Fabergé che Nicola 11 e Alessandra si scambiavano per importanti ricorrenze, mentre l'ombra della Rivoluzione prima democratica e poi bolscevica si allungava sempre di piii nelle sale imperiali. Questi oggetti insieme a molti altri, in tutto 650, fanno parte dell'importante mostra «Splendori della corte degli Zar» aperta dal 17 aprile al 20 giugno all'Archivio di Stato. E davvero sono splendori, perché la Russia, a partire dal '700, da Pietro il Grande, intraprende un cammino accelerato verso l'Europa. E anche la sua corte attraversa la storia a passi da gigante e sorpassa in magnificenza le altre corti. La sua capitale Pietroburgo, con isuoi palazzi, le chiese, i teatri, le ampie prospettive diventa una città di brillante e opulenta bellezza. E questo splendore architettonico, barocco, classicista, impero, dovuto in buona parte ad architetti italiani IKossi, Ouarenghi. Rastrelli), si ridette nella ricchezza degli interni, nei salo¬ ni del Palazzo d'Inverno e delle regge imperiali che circondano la capitale del Nord: mobilia, arredi, abiti da cerimonia e religiosi, quadrerìe, porcellane, argenti, manufatti, oggetti in pietre dure. Tutto questo è doviziosamente documentato dalla mostra divisa in diverse sezioni tematiche. Una cavalcata attraverso due secoli di storia che dall'impero vissuto come potere assoluto di origine divina, ai tempi di Caterina e di Paolo I, arriva alla crisi non solo di una istituzione ma di un intero sistema statale che può leggersi nella splendida cornice di Fabergé che cinge la foto del monaco Rasputin, forse imo ilei momenti più scuri del regno di Nicola II. Promossa dal ministero della Cultura della Federazione Russa e dalla Regione Piemonte, organizzata dalla Fondazione Helikon di Roma in collaborazione con la Fondazione Palazzo Bricherasio di Torino, la mostra raccoglie materiale proveniente dai musei delle residenze imperiali di Pavlovsk, Carskoe Selo, dal museo musicale e teatrale di Pietroburgo, dalla Biblioteca Nazionale Russa di Pietroburgo. L'esposizioni; all'Archivio di Stato, Piazza Castello 200, e allerta tutti i giorni, tranne il lunedi, dalle 10 alle 19. Biglietti da 10.000 lire; 0000 ridotto; 8000 gruppi e convenzioni; 3000 scuole dell'obbligo. Sergio Trombetta m K v "* f filili Ìli Olii a fiitrini ■ ( 'usiirrlidi Kiuìinur In aliti I tirti/niiln I>is>rliire ■ con satiniti musicali' i sinistra un 'jiiizinsu rnsi Un in i l'Ini ttzzumi v bronzo titillili)
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