DUE VIOLINISTI MAGICI di Leonardo Osella

DUE VIOLINISTI MAGICI ALREGIO E CONSERVATORIO DUE VIOLINISTI MAGICI Uto Ughi e ViktoriaMullova un confronto tra superstar VICTORIA Mullova e Uto Ughi. Nel giro di due giorni queste due «star» del violinismo internazionale arrivano nelle sale di Torino: la prima venerdì 16 alle 21 in Conservatorio per l'Unione Musicale, il secondo sabato 17 alle "J,30 per i Concerti del Teatro Regio. Viktoria Mullova. Ha incantato e continua a incantare le platee di tutto il mondo con la sua capacità di non far apparire fredda la perfezione, pur senza abbandonarsi mai all'enfasi. Piace anche per la sua figura snella e flessuosa, che ben si attaglia al suo strumento agile e brillante, dalla voce nobile. Il suo ritorno a Torino per l'Unione Musicale il 16 la vede schierata alla testa del suo gruppo, il Mullova Ensemble, di cui fanno parte per questo concerto: Adrian Chamorro, colombiano, anche lui violinista, fondatore del Quartetto Turner; Erich Kruger, violista del Bach-Collegium di Stoccarda; Manuel Fischer-Dieskau, berlinese, affermato violoncellista; Klaus Stoll, primo contrabbasso dei Berliner; Pascal Moragues, il clarinettista francese che ha fondato il Moragues Wind Quintet; Marco Postinghel, primo fagotto della Bayerischen Rundfunks, dedito anche alla musica barocca; Guido Corti, che è uno dei più bravi cornisti italiani. Per cominciare, saliranno sul palco i due violini, il violoncello e il contrabbasso a presentare la seconda delle sei «Sonate a quattro» di Gioachino Rossini; la presenza del contrabbasso è un omaggio ad Agostino Triossi, che ospitava Rossini nella sua villa di Ravenna. Ma il fatto eclatante è che il musicista scrisse queste Sonate quando aveva appena dodici anni, mostrando di avere ben assimilato certe lezioni dal Nord Europa che gli procurarono il soprannome di «tedeschino». Quindi tutti quanti proporranno l'«Ottetto in fa maggiore op. 166 D 803» di Schubert. E' uno dei lavori più felici del compositore viennese, ricalcato sul modello del Settimino di Beethoven. Tutti gli strumenti sono chiamati a un serio impegno, anche se la parte di mattatore spetta soprattutto al primo violino (ma anche al clarinetto). Uto Ughi. 11 preziosissimo e inarrivabile Stradivari del violinista di origine istriana sembra quasi creato apposta per il «Concerto in mi minore op. 64» di Mendelssohn. Ed è appunto questa la proposta che il pubblico riceverà per l'attesa serata del 17 al Teatro Regio. Con Daniel Oren sul podio (altro gradito ritorno) Ughi intonerà dunque la bellissima pagina, che può essere assunta come simbolo stesso del Concerto per violino. La sua fortuna è legata naturalmente al perfetto equilibrio tra immediatezza dei temi e capacità di smuovere le corde del sentimento. La seconda parte della serata condurrà il pubblico, con un audace e lungo balzo, oltre oceano, negli Stati Uniti di Bernstein e Gershwin. Del primo, con il contributo del Coro diretto da Bruno Casoni e della voce bianca di Federica Del Mastro, si ascolteranno i «Chichester Psalms», mentre il secondo sarà rappresentato dal sempre ben accetto «Un americano a Parigi», con l'inconfondibile mix di ritmi e sonorità jazzistiche e tecnica europea. Leonardo Osella / to I 'giù e / ik torio Mullova sona in amarlo a Torino nella stessa settimana Nella foto in basso Angelica Buzzolan per la stagione dell' Accademia Stefano Temimi

Luoghi citati: Nord Europa, Parigi, Ravenna, Stati Uniti, Stoccarda, Torino